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Il Papa licenzia Marino

Francesco sbugiarda il sindaco: "Lui in America? Nessuno l'ha invitato". Teme il disastro Giubileo

Il Papa licenzia Marino

Anche il Papa non lo sopporta più. E lo dimostra sconfessandolo pubblicamente. Nessuno come Marino. Nessuno prima di lui c'era riuscito. Un fatto clamoroso. Che è servito, però, a far capire al Pontefice perché i romani siano così incazzati con il loro sindaco. E ora Francesco comincia ad avere paura che con questo marziano pure il Giubileo possa diventare uno storico fallimento. L'ultimo, se non lo cacciano prima, dell'unico «romano» che per vedere il Papa vola a Filadelfia. Marino credeva che scappare da Roma e imbucarsi al seguito del Papa lo potesse redimere. Si è insinuato e fatto vedere, ha presenziato e agitato la manina dietro l'uomo vestito di bianco, per fare sapere a tutti che lui è nelle grazie del Papa. Il risultato è che porta a casa un'impresa eccezionale: fa perdere la pazienza pure al Santo Padre.

Marino chi? È così che Papa Francesco chiacchierando con i giornalisti sull'aereo risponde borbottando a chi gli domanda di Marino. «Sia chiaro, non l'ho invitato io». Anzi, il Papa ha pure chiesto in giro e nessuno sa bene da dove sia spuntato il marziano. Tutto questo nemmeno Flaiano avrebbe potuto immaginarlo. È comicità allo stato puro. È commedia. È Roma che si vendica della sua classe dirigente. È il segno che la Città eterna trova nelle sue vene un modo per sbarazzarsi del primo cittadino. Solo che all'estero ancora non riescono a percepire del tutto la profonda ironia che c'è in questa storia. Non ridono, ma sono interdetti, stupiti e pensano che Roma stia sprofondando nel suo stesso fango. Dopo «Mafia capitale», dopo le disavventure turistiche davanti al Colosseo chiuso per assemblea sindacale, con un Giubileo alle porte che rischia di rendere la Città santa un inferno, qualcuno comincia a chiedersi se non sia il caso di occupare Roma, per salvarla.

Il sindaco, però, sarà pure un marziano, ma non è arrivato al Campidoglio direttamente da Marte. È il frutto delle primarie del Pd. Sbagliare è umano, ma il Pd ha la caratteristica di non riconoscere mai i propri errori. Persevera. Ignazio quindi sta ancora lì, con Renzi che non ha la forza, la voglia o il coraggio di rispedirlo a casa. Perché Marino è l'altro volto di Renzi. È il Renzi che non decide, quello che non ci mette la faccia quando le cose vanno male.

Ora non si è ancora ben capito chi abbia invitato Ignazio a Filadelfia, ma una cosa è certa: se è tornato a Roma la colpa è di Matteo.

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