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Parigi fa l'amica di Conte ma solo a parole

Il ministro Le Maire "benedice" l'esecutivo. Stx e Renault però sono blindate

Parigi fa l'amica di Conte ma solo a parole

Cernobbio - Il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, conquista la platea di Cernobbio, rilancia le relazioni con l'Italia dopo la nascita del nuovo governo e raccoglie l'appello lanciato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella sulla necessità di cambiare il patto di stabilità per contribuire alla crescita dell'Europa spronando anche la Germania ad allentare i cordoni della borsa per rilanciare gli investimenti. Ma dei francesi, e delle loro liaison particolari con i tedeschi, ci si può davvero fidare o alla fine i grandi affari finiranno per convergere lungo l'asse Parigi-Berlino lasciando Roma ai margini dell'impero?

Nel corso del Forum Ambrosetti, Le Maire ha definito il Conte bis «un'occasione unica» per rilanciare la collaborazione tra i due Paesi. Sorvolando anche sulla nomina a ministro degli Esteri di Luigi Di Maio, che aveva fatto precipitare i rapporti con Parigi incontrando i gilet gialli e accusando la Francia di sfruttare i Paesi africani con il franco coloniale. «Non possiamo cominciare a personalizzare le situazioni», meglio concentrarsi «sui progetti comuni» con l'Italia, con la quale «condividiamo visioni e interessi», ha detto ieri chiedendo un rafforzamento dell'Eurozona, un budget per gli investimenti, un mercato dei capitali in grado di favorire la nascita di campioni europei dell'industria e della tecnologia.

Eppure, incalzato sui dossier più caldi che vedono coinvolti i big del nostro Paese, la solidarietà invocata da Le Maire tra i 19 Paesi dell'Unione e tutta questa voglia di vedere in partita anche i cugini italiani sfuma all'orizzonte. Resta nel congelatore la fusione tra Fincantieri e Stx, anche se Le Maire dà la colpa all'Antitrust Ue che ancora non si decide a dare il via libera. Mentre ieri ha di fatto frenato sulle nozze tra Renault e Fca, con la necessità di rafforzare prima «l'alleanza con Nissan» che devono proporre «una visione strategica chiara del loro futuro». Bisogna, quindi, «procedere per gradi e non fare tutto insieme: la priorità per Renault e Nissan ora è definire una comune strategia per il futuro del gruppo industriale». Al centro delle discussioni tra le due società c'è anche il riequilibrio delle partecipazioni incrociate. L'ipotesi che circola è che Nissan voglia una riduzione della quota di Renault (oggi al 43,4%). La società giapponese è più grande ma possiede solo il 15% di azioni della casa francese e quindi vuole un maggiore equilibrio. Inoltre Nissan è alla ricerca di un nuovo ad dopo che Hiroto Saikawa ha ammesso di essersi attribuito compensi più alti del previsto, tanto che domani si terrà un cda che inizierà a scremare i possibili candidati. A giugno la trattativa tra Fca e Renault era naufragata a causa dell'Eliseo, che detiene il 15% delle azioni Renault e ha doppi diritti di voto.

E ieri Le Maire a Cernobbio ha fatto l'europeo a parole, ma nei fatti pare voler restare francese.

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