Politica

Parisi scuote i moderati «Ma adesso serve unità»

Nel partito si apre il dibattito sulle primarie Tajani: facciamo lavorare Stefano. Toti frena

P arisi scuote i moderati. Il programma si sta delineando e pure la squadra sebbene i nomi siano ancora top secret. Si conoscono i pilastri del suo progetto (choc fiscale, sburocratizzazione, tagli draconiani alla spesa); e si conoscono le caratteristiche dei suoi compagni di strada (tanta società civile, professionisti, volti nuovi). Ma le carte verranno scoperte solo a settembre alla sua convention di Milano. Sebbene in vacanza con la famiglia in Toscana, l'ex manager lavora a testa bassa al suo progetto, incurante del chiacchericcio quotidiano. Cose che l'ex candidato sindaco di Milano derubrica a «dibattito in politichese che non interessa alla gente». E Forza Italia pare un binario parallelo. È bastato che dicesse «se ci fossero le primarie per guidare il centrodestra mi candiderei», che il dibattito è subito partito. Dentro e fuori Forza Italia.

Conciliante Antonio Tajani, che premette: «Alle primarie senza regole non ho mai creduto. Si rischierebbe l'effetto Marino. Avrebbero senso solo se regolate come negli Usa». Sì ma l'autocandidatura di Parisi? «Tutte le ambizioni sono lecite - spiega Tajani - Ma il tema della leadership è prematuro. Lasciamo lavorare Parisi in pace e aiutiamolo senza dividerci: serve unità. Non è il momento di veti e divisioni». Ma soprattutto «serve prima individuare un programma vincente e una squadra: poi penseremo al bomber. Anzi, ci penseranno gli elettori». E il contributo di Tajani arriverà il 9 e 10 settembre con la kermesse di Fiuggi «L'Italia e l'Europa che vogliamo» con Parisi ospite di lusso, of course.

Più dubbioso è il governatore della Liguria Toti che taglia corto: «Quello della leadership mi sembra un dibattito surreale. È come parlare di chi farà il capocannoniere prima di sapere che squadra si mette in campo e soprattutto con che modulo si gioca». Fuor di metafora: di programmi se ne sentono pochi. La convention di Parisi di settembre servirà a questo? Toti minimizza: «È un contributo: ben vengano le kermesse dove si discute. Ma della convention di Parisi non ho ancora capito bene i contorni». Di sicuro sarà una kermesse senza simboli di partito e anche su questo Toti non rinuncia alla stoccata: «Per ora non si è capito chi siano questi ottimati della società civile che dovrebbero essere gli uomini della provvidenza. Ricordo solo che anche il governo Monti era costituito da supposti fenomeni. Abbiamo visto i risultati tipo quelli della professoressa Fornero...».

Per Maurizio Gasparri, invece, «è positivo che Parisi si renda conto che per trovare un candidato premier, a meno che l'Europa non restituisca l'agibilità politica a Berlusconi, sarà inevitabile un meccanismo di selezione. Lo chiederanno Lega e Fdi. Quindi Forza Italia dovrà presentarsi con un solo alfiere da individuare con un dibattito interno». E poi c'è Fitto, che per le primarie uscì da Forza Italia: «Benvenuto nel club: la nostra rottura avvenne proprio per le primarie.

Ma ora si passi ai fatti».

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