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La partita per il Colle è già iniziata

Il consigliere giuridico di Napolitano: "Ci vuole un politico". Continua il valzer di nomi. Proposta bipartisan: primarie

La partita per il Colle è già iniziata

È iniziata la partita per il Colle. Nel giorno dell'ultimo discorso di fine anno del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, i partiti politici iniziano già a lavorare sul successore. E dal Quirinale arriva un consiglio diretto proprio ai parlamentari che saranno chiamati a eleggere il nuovo capo dello Stato.

Salvatore Sechi, consigliere giuridico di Napolitano e prima di lui di Cossiga, Scalfaro e Ciampi, al Corriere della Sera spiega: "Azzardare la candidatura di un non politico, quasi che questo tratto identitario offrisse di per sé garanzia di castità istituzionale, sarebbe solo un modo sbrigativo per lavarsi la coscienza e confermerebbe la svalutazione della politica in quanto tale. Se i partiti cedessero su questo fronte, oltre a mettersi sulla scia di quanti delegittimano il sistema, dimostrerebbe scarsa lucidità. Non per nulla a un presidente si chiede, accanto alle doverose doti di neutralità ed equilibrio senza condizionamenti, di essere inserito nelle dinamiche della politica. Di capirle e di sapersi muovere senza difficoltà nelle mutevoli cornici in cui essa si inscrive".

Insomma, per il Colle ci vuole un politico. Forza Italia ha bocciato il nome di Romano Prodi. Sul versante democratico, invece, il Pd sta cercando di trovare un accordo interno che possa evitare il ripetersi della carica dei 101 franchi tiratori. Nel valzer di nomi che si alternano, ne spuntano di nuovi. Secondo Repubblica, i "papabili" sarebbero Prodi (che resta ancora in lizza), Veltroni, Fassino e Dario Franceschini.

Roberto Calderoli della Lega Nord e Stefano Pedica del Pd hanno però avanzato una proposta al premier che potrebbe scompaginare i giochi (ma che difficilmente potrà essere approvata): le primarie per il Colle. Per Calderoli "il capo dello Stato deve essere una figura super partes, è il presidente della Repubblica, rappresenta un organo di controllo e quindi non puoi farlo scegliere da una maggioranza che dovrebbe poi essere controllata. Onestà vorrebbe che scegliessero i cittadini". Per Pedica è un'occasione "che Renzi non dovrebbe farsi sfuggire. Innanzitutto perché passerebbe alla storia come il primo presidente del Consiglio a introdurre le primarie per eleggere il Capo dello Stato. Poi, per la prima volta, all'attenzione dei partiti e del Parlamento, verrebbe portato un nome frutto della partecipazione dei cittadini".

Comunque vada, a decidere i giochi sarà il Patto del Nazareno.

L'elezione del nuovo capo dello Stato sarà infatti tema centrale nell'incontro tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi che si terrà l'8 gennaio.

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