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Il partito ha il vento in poppa e fa da traino alla coalizione. "Siamo i più forti perché uniti". E il fedelissimo incassa un bis mai visto finora in Abruzzo

Fdi primeggia nelle vittorie di Lazio, Lombardia, Molise. E se si sommano i voti della lista del candidato governatore, la premier ha tutto il diritto di festeggiare. Nel 2019 in Regione prese il 6,4%, alle Politiche il 27,9. Segno che la luna di miele con gli italiani continua

Il partito ha il vento in poppa e fa da traino alla coalizione. "Siamo i più forti perché uniti". E il fedelissimo incassa un bis mai visto finora in Abruzzo

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Che il voto in Abruzzo abbia sorriso a Fdi lo dicono i numeri prima di tutto. Rispetto alle ultime regionali, quando aveva comunque vinto il candidato di bandiera Marco Marsilio, Fratelli d'Italia è cresciuta di oltre 100mila voti. Passando da terza forza del centrodestra, con il 6,49 per cento dei consensi e due seggi nel 2019, a capofila della coalizione con il 24,1 per cento, e quadruplicando i seggi, oggi. Il «campo largo» del centrosinistra resta a bocca asciutta, Fdi è il primo partito in Abruzzo e la presidente del Consiglio ne approfitta per fare i complimenti a Marsilio, «primo presidente della storia della regione Abruzzo ad essere riconfermato per un secondo mandato dai cittadini», spiega Meloni. Che non risparmia una frecciatina agli avversari: «Non importa quanto un campo sia largo, quello conta è quanto quel campo sia coeso, quanto abbia un'idea chiara da raccontare e da costruire per i cittadini», affonda la premier. E in effetti dalle politiche di settembre 2022 a oggi si è votato in sette regioni. Tolta la Sardegna, nelle altre sei ha vinto il candidato di centrodestra, con Fdi a guidare la vittoria come primo partito in quattro tornate: Lazio, Lombardia, Molise e appunto Abruzzo. Conquistando, in media, nelle sette elezioni regionali, il 20,8 per cento dei voti. Un risultato di tutto rispetto, con in ballo anche le liste civiche che possono falsare al ribasso le percentuali dei partiti: in Abruzzo, per esempio, la lista «Marsilio presidente» ha preso il 5,7 per cento dei voti. Anche il capogruppo di Fratelli d'Italia a Montecitorio, Tommaso Foti, non nasconde al Giornale la soddisfazione per l'esito del voto abruzzese. «Decisamente un grosso risultato», spiega, rimarcando proprio come «oltre al nostro 24 per cento, la lista del presidente Marsilio ottiene quasi il 6 per cento». Fdi ha sempre scommesso sull'unità del centrodestra, anche quando era la terza gamba della coalizione. E anche ora mantiene la stessa vocazione. Con Foti che, infatti, sottolinea come «siamo soprattutto soddisfatti per il risultato del centrodestra, perché i numeri dicono chiaramente che aumenta di 7 punti rispetto alle politiche del 2022, mentre tutto il caravanserraglio messo assieme da Schlein, Conte, Renzi, Fratoianni e Calenda perde 7 punti». E l'analisi del presidente dei deputati non risparmia la pessima performance dei grillini. «C'è da dire che M5s perde, sia rispetto alle regionali del 2019 sia rispetto alle politiche del 2022, circa i due terzi dei suoi voti», osserva Foti. «Evidentemente prosegue - gli elettori del M5s quando li fai giocare nel campo largo non lo ritengono un terreno a loro congeniale, e quindi non giocano». Sul punto, il ragionamento della leader di Fdi, la prevalenza della coesione del campo, rispetto alla larghezza, sembra vincente anche a Foti. «È evidente che pensare a campi larghi e ultralarghi quando poi nelle scelte più importanti, come in politica estera, votano come su una schedina, 1x2, mai una volta coesi, non ha senso: è chiaro che poi si ottengono questi risultati. D'altra parte - insiste il capogruppo Fdi - hanno iniziato a dire che era una gara all'ultimo voto, hanno utilizzato canali tv acquiescenti per far dire a Travaglio e Scanzi cose ignobili su Marsilio, e la risposta gliel'hanno data gli elettori». Che da due anni a questa parte non voltano le spalle a Fdi. Un italiano su cinque, nelle sette elezioni regionali, ha scelto il partito di Meloni. E, considerando la civica, ha votato Fratelli d'Italia un abruzzese su tre.

«Forse conclude Foti - chi pensava che l'Abruzzo fosse la linea del Piave per la Meloni, ora si è accorto che è stata, invece, la Caporetto per Schlein e soprattutto per Conte».

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