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"Partito da rifare. Parlare di regole è lunare"

Il sindaco: "Dovremmo ricostruire tutto, surreale stare a discutere di date e protocolli"

"Partito da rifare. Parlare di regole è lunare"

Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e sostenitore numero uno di Stefano Bonaccini alle primarie del Pd, è netto: «Dibattito lunare sulle regole». Il primo cittadino si sofferma sul dopo congresso: «C'è un partito da ricostruire».

Nel Pd da giorni si litiga sulle regole per le primarie. Non è uno spettacolo bellissimo. Si dà l'idea di essere distanti anni luce dalla realtà?

«Discussione lunare. Il dibattito sulle regole è tutto ciò che non dobbiamo fare se vogliamo che gli elettori si avvicinino a noi, è una questione che non interessa a nessuno e che ha stancato anche i militanti più affezionati. Abbiamo un Paese dove il potere di acquisto dei salari negli ultimi 30 anni è calato del 2,9% mentre in Europa è cresciuto quasi del 23. Il Pd deve occuparsi di queste cose, deve riallacciare un rapporto con le lavoratrici e coi lavoratori».

Di questo passo si rischia un'altra disfatta elettorale alle regionali?

«Il tema delle regionali del Lazio e della Lombardia mi pare riguardi più il campo progressista, la coalizione. Il Pd ha le idee chiare: due candidati in campo di valore, proposte radicate e profonde. Ma le incomprensibili divisioni fra le tre aree dell'opposizione chiaramente rischiano di favorire il centrodestra».

Lei sostiene Bonaccini. Per rimettere in piedi il Pd, dilaniato da guerre, vi attende un'impresa quasi eroica?

«C'è da fare un gran lavoro. Non c'è nulla da prendere, c'è da ricostruire. Innanzitutto una connessione con la nostra gente. Per questo certi dibattiti surreali su regole, percorsi, date, protocolli, al di là delle ragioni di tutti, rischiano di apparire davvero distanti dalla vita del Paese. Abbiamo un governo che gioca alle tre carte con le accise sulla benzina, che fa il volto cattivo coi più deboli, ammicca ai furbi coi condoni, e regala soldi alle società di calcio di serie A. A noi tocca costruire un'alternativa di senso e di speranza per i nostri elettori».

Bonaccini dice che il Pd ha il dovere di aprire un confronto con Calenda e Conte. Ma se non riuscite a dialogare tra di voi?

«Si sono messe insieme tre forze politiche di destra che fino a un minuto prima avevano posizioni opposte sul governo Draghi e che, per tutta la durata della scorsa legislatura, non hanno fatto che sostenere politiche differenti. In democrazia si discute, ci si confronta e poi si trova la sintesi. È interesse di tutti quelli che sono all'opposizione di questa destra, trovare una intesa. Senza un lavoro comune, si continua a perdere.

I rincari del prezzo della benzina non sembrano scalfire il consenso di Meloni. Fdi sale mentre il Pd continua a scendere. Fate mea culpa?

«Si è votato poco più di 3 mesi fa. È la luna di miele. Tutti i governi all'inizio ce l'hanno. Ma i fatti hanno la testa dura. Le contraddizioni cominciano a emergere: le promesse tradite, i cambi di registro.

Vedremo quanto reggerà il consenso di questo esecutivo».

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