Elezioni Regionali 2020

La paura dei grillini in Emilia-Romagna: "Qui finiamo al 4%"

La tragica previsione: "I 5 Stelle sono destinati a sparire, hanno fatto leva sul malcontento e sulla frustrazione"

La paura dei grillini in Emilia-Romagna: "Qui finiamo al 4%"

Il 26 gennaio 2020 si avvicina: l'ansia per le elezioni Regionali in Emilia-Romagna e in Calabria sale. Così come aumenta la paura di fallire da parte del Movimento 5 Stelle, che dalle ore 12.00 alle 20.00 di oggi - giovedì 21 novembre - si appellerà alla base per chiedere su Rousseau se presentarsi o no in queste due tornate elettorali. Tale pista era stata già presa in considerazione pochi giorni fa, quando il ritiro dell'imprenditoree Pippo Callipo aveva lasciato i grillini senza nessun candidato spendibile su cui contare e perciò l'ipotesi del disimpegno era davvero reale. Ma ora la situazione per i pentastellati è più che grave. "Il Movimento in Emilia-Romagna non è cambiato. Semplicemente non c’è più. Qui i 5 stelle sono nati, col V-day del 2007, e qui sono finiti. Fossero un negozio, ci sarebbe su il cartello 'chiuso per liquidazione'", spiega Giovanni Favia, cacciato dopo essersi scontrato con la gestione di Gianroberto Casaleggio.

I numeri choc

Alle Regionali del 2010, dopo un anno dalla sua nascita, il M5S riuscì a prendere il 7%. Alle Politiche del 2013 arrivò quasi al 25% per poi scendere al 19,2% alle Europee del 2014. Si trattò di un risultato deludente che però rappresentò l'inizio della discesa a livello territoriale, come testimoniano il 13,31% raccimolato alle Regionali del 2014 e il 12,89% alle Europee del maggio 2019. Di mezzo le Politiche del 2018 in cui è venuto fuori un buon 27,54% con punte a Rimini, Sassuolo, Cesena, Imola. Ma in questi stessi posti le previsioni sono tragiche: la stima più verosimile è del 4,5%.

L'ex enfant prodige del Movimento, contattato da La Repubblica, ha provato a spiegare le motivazioni: "Un tempo eravamo pochi eletti, ma sotto di noi c’erano una marea di attivisti. Adesso sono più gli eletti degli attivisti. Quando facevo gli eventi io per dare conto del lavoro in regione dovevo affittare una sala congressi. Oggi al massimo organizzano una pizzata. Al Navile, alla Bolognina, le riunioni dei meet up non si fanno più".

"Destinati a sparire"

Più dura è invece la presa di posizione da parte del presidente Pier Giorgio Ardeni che, giunto nella sede dell'Istituto Cattaneo, ha detto chiaramente: "I 5 stelle sono destinati a sparire. Hanno fatto leva sul malcontento, sulla frustrazione, hanno cominciato ad avere successo quando il Pd ha perso il contatto con quello che per anni era stato il popolo di riferimento della sinistra, ma nel passaggio a forza di governo non potevano che deludere". L'insegnante di Economia dello sviluppo ha fatto notare: "Una volta diventati maggioranza, poi, l’idea del 'va bene chiunque', lo si è visto al governo come a Imola, non poteva funzionare".

E infatti proprio a Imola è recente il caso delle dimissioni di Manuela Sangiorgi, che ha deciso di fare un passo indietro perché non voleva "diventare un burattino nelle mani del Pd".

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