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Il Pd fa ostruzionismo: riforma elettorale in panne

Il relatore ritira il testo base, Renzi insiste col Mattarellum modificato. Berlusconi: perplessi sulla proposta unilaterale

Il Pd fa ostruzionismo: riforma elettorale in panne

Dal Cespugliellum al Rosatellum la strada è lunga e piena di insidie. La trama della legge elettorale si è nuovamente disfatta e come la tela di Penelope va ripresa dall'inizio. E la parte di Penelope spetta senza dubbio al Pd che ha deciso di stracciare il testo base, Italicum bis, annunciando ieri mattina che avrebbe votato contro ed ha presentato una sua proposta, il Rosatellum appunto dal nome del capogruppo Pd alla Camera, Ettore Rosato. Con il risultato di provocare una furiosa reazione da parte di M5s (che si era detto disponibile a trattare con il Pd sulla legge elettorale) e di tutta l'opposizione e il ritiro del testo per sperare di «salvarlo» e riproporlo più avanti. Falsa partenza dunque per l'iter della nuova e tanto sospirata legge elettorale. Ieri era previsto l'inizio della discussione in commissione Affari costituzionali sul testo base, Italicum bis messo a punto dal relatore Andrea Mazziotti, centrista di maggioranza che avrebbe dovuto essere votato per poi partire con un confronto tra le proposte correttive dei vari partiti. Ma poi è arrivata la zampata di Matteo Renzi. L'ex premier aveva già chiarito che il testo non era emendabile ed andava respinto per far posto ad una nuova proposta targata Dem. «È evidente che si è creata la palude, tutto è bloccato» accusava Renzi. E così ieri mattina l'ufficio di presidenza del Pd ha preannunciato la bocciatura in Commissione con il duplice obiettivo di cancellare l'Italicum bis a favore di un Mattarellum «corretto» e far fuori Mazziotti sostituendolo con un proprio uomo, Emanuele Fiano.

Gli altri partiti di opposizione però hanno adottato una contromossa invitando Mazziotti a ritirare il testo base nella convinzione che Renzi non abbia i numeri per navigare fino al porto con la «sua» legge elettorale. Meglio quindi evitare il voto e la bocciatura ora sull'Italicum bis che potrà essere ripresentato sempre con il centrista come relatore in caso di fallimento del Rosatellum. E tutti insieme appoggiare comunque Mazziotti come relatore anche per il nuovo testo targato Pd. «Non sono un incosciente vista l'opposizione del Pd ritiro il testo», ha preso atto Mazziotti che oggi deciderà se restare relatore.

La mossa di Renzi non è stata indolore ed ha alzato il livello dello scontro con i grillini, che hanno confermato di voler votare il Legalicum ovvero l'Italicum bis. Tensioni anche dentro la maggioranza visto che il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, aveva già annunciato il voto favorevole dei suoi. Il grillino Danino Toninelli in commissione ha stigmatizzato «la giravolta del Pd» accusando Renzi di aver promesso ad Alfano «un Cespugliellum verdinizzato» e confermando quindi l'appoggio a Mazziotti.

L'ex premier appare irremovibile: o si fa la legge elettorale del Pd o si lascia tutto così com'è. Il voto di Palazzo Madama non lo spaventa perché qui potrebbe contare su molti voti sparsi: dai verdiniani agli uomini di Raffaele Fitto a Ncd.

Forza Italia però non ci sta. Il leader Silvio Berlusconi, in un post su Facebook, ha invitato alla «più ampia condivisione possibile tra le forze politiche», e si è detto stupito dallo strappo del Pd: «Siamo molto perplessi - ha osservato - per la unilaterale proposta del Pd di un finto modello tedesco (il cosiddetto Verdinellum), che cela un inapplicabile maggioritario e che mortifica il doveroso rapporto che deve esserci tra i voti espressi dai cittadini e gli eletti». L'azzurro Francesco Paolo Sisto attacca la scelta di Renzi. «Il Pd si prende una bella responsabilità. Direi che il Pd si comporta come un Faraone». Sisto ribadisce che Fi, ovvero Silvio Berlusconi, è per un proporzionale con premio al 40 per cento alla coalizione.

Per il capogruppo Fi Renato Brunetta «il Pd non può fare la legge elettorale a colpi di maggioranza contro tutti».

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