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"Pensa solo ai minori stranieri". ​Rivolta contro la toga garante dell'infanzia

Sei garanti regionali dell'infanzia non saranno alla relazione annuale: "Ci sono bambini italiani in stato di bisogno"

"Pensa solo ai minori stranieri". ​Rivolta contro la toga garante dell'infanzia

C'è una spaccatura nel mondo dei garanti dell'infanzia. Un frattura che divide l'Autorità nazionale e sei esponenti regionali. Oggi alla Camera è in programma la relazione annuale della Garante Filomena Albano alla presenza di Sergio Mattarella, ma i responsabili di Lombardia, Lazio, Campania, Calabria, Puglia e Basilicata non ci saranno.

La spaccatura parte da lontano, da quanto a ottobre 2018 ben 16 garanti locali firmarono una lettera contro le decisioni della Albano, magistrato che dal 28 aprile 2016 guida l'Autorità che ha il compito di "assicurare a livello nazionale la piena attuazione e la tutela dei diritti dei bambini e degli adolescenti". Tra le posizioni assunte della Albano, spiccano quelle in favore della legge sullo sullo ius soli: "Lo ius soli - diceva in occasione della presentazione della Relazione 2016 - rappresenta un passo importante sul piano dell'integrazione delle cosiddette 'seconde/terze generazioni' ed è diretta espressione del principio di uguaglianza di bambini e adolescenti sancito dalla Convenzione sui diritti del fanciullo".

Ma torniamo alla frattura. A mettere in chiaro i perché di questa scelta è Antonio Marziale, garante calabrese: "In tre anni di Conferenza nazionale dei garanti, Albano si è interessata quasi esclusivamente di minori stranieri non accompagnati, eppure esistono tante altre emergenze e bimbi italiani in gravissimo stato di bisogno - spiega a La Stampa -. Sono stanco di assistere a sfilate festaiole. Nel territorio a più alto indice di povertà (con il 90% delle scuole senza decreto di agibilità e una sanità allo stremo) ho portato in Calabria la prima terapia intensiva pediatrica. Incidere sulle decisioni politiche è un obbligo". E ancora: "Ci sono i bambini che prendono colpi di pistola a Napoli, quelli calabresi che spiccano nella classifica italiana della povertà educativa, con il 90% degli istituti senza decreto di agibilità - dice a Oggi Sud- Ci sono bambini le cui istanze dei bisogni vengono portate alla luce dai colleghi regionali, invano, perché la Garante nazionale ci convoca in Conferenza nazionale di garanzia sempre meno spesso e quasi sempre con all’ordine del giorno i minori stranieri non accompagnati (l’ultima volta quasi un anno fa) o altri motu proprio e le nostre esigenze possono andare a farsi friggere”.

Duro anche il responsabile lombardo, Massimo Pagani: "Filomena Albano, con le sue modalità autoreferenziali, svilisce e sminuisce il nostro ruolo di difensori dei bambini e degli adolescenti sul territorio". Per Jacopo Marzetti, garante del Lazio, "in tre lettere, distanziate pochi giorni l' una dall' altra, abbiamo ricevuto dalla Garante nazionale soltanto inviti a celebrazioni o richieste di dati. Non siamo mai stati chiamati all' elaborazione di linee guida condivise per far fronte a tutte le emergenze che coinvolgono i nostri minori".

L'emergenza però c'è: l'Istat, infatti, certifica che circa un milione e 200mila giovanissimi sono in povertà assoluta.

"Non ci si può occupare solo di minori stranieri non accompagnati", conclude Ludovico Abbaticchio, responsabile della Puglia.

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