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Pensioni, con quota 100 assegno light fino al 25%

Secondo le stime Cisl, ci sarà una perdita lorda che oscillerebbe da un minimo del 17,8% per quelli che denunciano 42 anni di contribuzione e un massimo del 25,4% per chi di anni di contribuzione ne ha accumulati 38

Pensioni, con quota 100 assegno light fino al 25%

Con quota 100 (62 anni età e 38 o più di contributi) i pensionati italiani, uomini e donne, si pensionerebbero 5 anni prima di quanto previsto al momento per la pensione di vecchiaia: questo comporterebbe una perdita lorda che oscillerebbe da un minimo del 17,8% per quelli che denunciano 42 anni di contribuzione e un massimo del 25,4% per chi di anni di contribuzione ne ha accumulati 38. Un assegno "light" dunque, che al netto dell'Irpef registrerebbe invece un "alleggerimento" minimo del 15,8% ed uno massimo del 22,45%.

È questa la stima elaborata dal Barometro Cisl che considera la proposta del governo "un canale di uscita riservato ai lavoratori che possiamo definire "forti", quelli cioè che possono maturare nella loro vita lavorativa un lungo periodo di contribuzione. Un canale a cui potranno di fatto accedere, dice ancora lo studio Cisl, più facilmente solo una parte di lavoratori: i maschi più delle donne, i lavoratori del pubblico impiego più del settore privato, i lavoratori di alcuni comparti produttivi più di altri, i lavoratori che hanno iniziato a lavorare molti anni fa più di quelli che hanno iniziato a lavorare più tardi.

Per quanto riguarda la pensione di anzianità, invece, le perdite nette in caso di uscita anticipata dal lavoro penalizzano le donne per le quali le perdite variano da un minimo del 3% ad un massimo del 18% mentre per gli uomini si oscillerebbe tra un -3,5% ed un massimo del -20%. Quanto alle risorse stanziate dal governo nella legge di bilancio, 6,7 miliardi di euro per il 2019 e 7 miliardi per gli anni seguenti, il costo effettivo della nuova prestazione, spiega ancora il sindacato, dipenderà dalle condizioni a cui sarà possibile accedervi e dai tempi di erogazione. Ma considerate le scarse informazioni sulle 'variabili (eventuali finestre o divieti di cumulo con reddito) è difficile stimare se le risorse saranno suffciienti o meno.Eventuali finestre infatti, annota ancora la Cisl, comportano minori ratei di pensione da pagare mentre, a esempio, l'introduzione di divieti di cumulo retribuzione/pensione possono scoraggiare il ricorso a quota 100. "Senza finestre e/o condizioni limitanti", infatti, la somma stanziata per il 2019 sarebbe "insufficiente" mentre con i risparmi prodotti dalle finestre e da una percentuale di adesione non prossima al 100%, date le perdite nel rateo di pensione e la possibile introduzione del divieto di cumulo, "le risorse stanziate dovrebbero essere sufficienti per il primo anno" anche se "interrogativi suscitano invece le risorse stanziate per gli anni successivi".

Chi è andato in pensione con quota 100 nel 2019 continuerà naturalmente a percepirla negli anni successivi, questa volta per tutti e dodici i mesi a prescindere da eventuali finestre nel 2019. A queste pensioni si aggiungeranno quelle di nuovi lavoratori che matureranno quota 100 nel 2020. Alla spesa per le prime si accumulerà quindi la spesa per le seconde e le risorse stanziate a partire dal 2020 potrebbero essere insufficienti, dice ancora il sindacato che ragiona sul fatto che quota 100 prefiguri un nuovo canale di uscita condizionato da un elevato numero di anni di contribuzione richiesti. "Per chi non raggiunge questa anzianità contributiva l'unica possibilità di pensionamento è data dalla pensione di vecchiaia. La riforma del 1995 assicurava invece una flessibilità in uscita tra i 57 e i 65 anni con un minimo di anzianità contributiva; era quindi una flessibilità aperta a tutti. Questa flessibilità è stata eliminata dalla riforma Maroni del 2004 e, nonostante, le richieste, mai ripristinata. Quota 100 è una risposta positiva alla richiesta di flessibilità, ma risponde solo a chi ha la possibilità di carriere lavorative continue.

Per gli altri e per i giovani che avranno la pensione totalmente contributiva la strada non può che essere il ritorno a una flessibilità modello 1995", conclude.

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