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Perché anche gli atei sono bersaglio dell'islam

Siamo civili e pretendiamo di giudicare chi non lo è col nostro metro di uomini e donne evoluti. Sbagliamo

Perché anche gli atei sono bersaglio dell'islam

Le notizie che arrivano dal Kenya, in questo momento in cui il sangue dei cristiani inonda i resti della civiltà occidentale lasciata laggiù dagli inglesi, sono frammentarie e incerte: e proprio per questo temiamo siano vere. A Garissa, a nord del Paese, un college è stato attaccato dagli instancabili assassini islamisti che avrebbero compiuto una strage di studenti, ovviamente cristiani, selezionati per essere uccisi in base a un criterio biblico: separare il grano dalla pula. In altre profane parole: sei cristiano? Ti sparo. Sei musulmano? Sei salvo e benedetto. Di questo orrore si tratta. Morte ai cristiani, vita lunga agli islamici.

E poi c'è chi insiste a negare che i massacri avvengano nell'ambito di una guerra di religione. Bisogna essere ciechi per non capire che qui si ammazza con diligente sistematicità soltanto chi crede in un Dio diverso da Allah. Noi occidentali non siamo bigotti e non comprendiamo come sia possibile una cosa del genere, e per spiegarci le uccisioni in massa dei nostri confratelli ci arrampichiamo sugli specchi della ragione. Pensiamo che a caricare di odio i terroristi siano motivi economici e politici, sete di dominio, smania di potere.

Abbiamo scordato la storia, piena di gente sacrificata sugli altari in omaggio a divinità. Siamo civili e pretendiamo di giudicare chi non lo è col nostro metro di uomini e donne evoluti. Sbagliamo. A Garissa si contano già 147 cadaveri e mancano all'appello decine di studenti. Dove sono finiti? E dove, se non all'altro mondo? Tremano le dita sulla tastiera a scrivere un articolo quale il presente. Speriamo che la realtà sia meno crudele delle ipotesi nere che si profilano. Ma le nostre speranze sono tenui e non le scartiamo solo perché non abbiamo la forza né il coraggio di guardare in faccia il mostro che stravolge il mondo, minacciando di sterminare i cosiddetti infedeli.

Decine di giovani non svaniscono nel nulla come aria fresca. Gli islamisti fanno prigionieri esclusivamente per giustiziarli allestendo spettacoli macabri da filmarsi e diffondersi via Internet. È il loro modo di farsi propaganda e per arruolare proseliti da avviare all'attività di boia, tagliagola e affini. Chi non è idoneo a essere utilizzato in video come agnello sacrificale viene abbattuto subito. A schioppettate, per fare prima. Il binomio libro e moschetto è sempre di moda, con i dovuti aggiornamenti: adesso va il Corano abbinato al kalashnikov, che aumenta la potenzialità omicida dei sacri assassini.

Un tempo il Kenya era famoso per il turismo balneare e i safari nella savana, ricca di zebre, leoni ed elefanti. Da quando il colonialismo britannico ha passato la mano a quello musulmano, la caccia grossa non colpisce più i rinoceronti e mira ai cristiani, portatori insani di virus della pace: vanno decimati senza requie. L'allarme terrorismo da almeno una settimana era stato lanciato dall'intelligence: circolavano voci insistenti di prossimi assalti a università e collegi. E le misure di sicurezza erano state adottate soprattutto in tre atenei di Nairobi, la capitale. Cosicché gli sterminatori hanno cambiato obiettivo, per evitare grane con la polizia, e hanno puntato sul villaggio universitario di Garissa, a 150 chilometri dal confine somalo.

L'Africa equatoriale è relativamente distante dall'Italia, ma ciò non consiglia di sottovalutare il pericolo islamico. Dalle nostre parti si commettono troppe leggerezze. La prima è di considerarci amici dei musulmani buoni: confidiamo in costoro affinché la spada dell'islam non ci trafigga. Cerchiamo di compiacerli convinti che, avendoli ospitati in nome dell'integrazione, ci proteggano da quelli cattivi. Ignoriamo che coloro i quali tra noi sono atei o agnostici, perfino buddisti, hanno l'anima involontariamente cristiana, e quando ce ne accorgiamo non ci fa schifo. Siamo tutti pii bestemmiatori, chi non lo è non sa cos'è la civiltà occidentale nella versione alla pummarola.

Purtroppo se questo è il pensiero della stragrande maggioranza del popolo, che ha divorato i libri di Oriana Fallaci senza riuscire a imporne l'idea (rimasta minoritaria), corre l'obbligo di ammettere che nell'arena pubblica prevalgono i buonisti pronti ad aprire i cancelli ai messaggeri di morte, e a liquidare chi quei cancelli li preferisce chiusi alla stregua di minorati mentali, razzisti da sbattere fuori dal recinto della decenza intellettuale. Risultato. Le persone che sono state tirate su nella broda schifiltosa della sinistra al caviale, con annessi teologi alla Mancuso, consegnerà le chiavi della patria e delle coscienze (vuote) al Califfo.

Cretini.

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