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Mercato delle toghe, altri indagati: perquisita la casa di Palamara

Consegnati anche due avvisi a comparire a un menbro del Csm e a un pm, per rivelazione del segreto e favoreggiamento

Mercato delle toghe, altri indagati: perquisita la casa di Palamara

Perquisizione nella casa del magistrato Luca Palamara. In queste ore, gli agenti della guardia di finanza stanno passando al setaccio l'abitazione dell'ex componente del Consiglio superiore della magistratura, indagato per corruzione.

Oltre alla perquisizione a carico di Palamara, questa mattina sono stati consegnati anche due avvisi a comparire: uno al consigliere del Csm Rosario Spina e l'altro al pubblico ministero Stefano Fava, entrambi indagati per rivelazione di segreto e favoreggiamento, come riporta il Corriere della Sera.

Le indagini erano partite dallo stretto rapporto fra Palamara e l'imprenditore Fabrizio Centofanti, arrestato nel 2018, insieme agli avvocati Pietro Amara e Giuseppe Calafiore, per reati fiscali. Da qui, gli inquirenti avevano ricostruito la fitta rete di regali e vacanze pagate. Non solo. Sembra anche che Palamara si incontrasse frequentemente anche con politici e magistrati, per indirizzare la partita delle nomine al Csm per la guida della procura romana. Palamara avrebbe favorito la nomina di Marcello Viola, che attualmente risulta il favorito ad assumere l'incarico, con 4 preferenze a favore, per poi far confluire su di lui anche i voti del proprio gruppo, decretandone la vittoria finale.

Dal canto suo Palamara si dichiara estraneo ai fatti e ha definite "accuse infamanti" le ricostruzioni messe a punto da alcuni quotidiani e chiede di essere interrogato, per potersi difendere da "un reato grave e infamante per la mia persona e per i ruoli da me ricoperti. Mai, e sottolineo mai, baratterei il mio lavoro e la mia professione per alcunché e sono troppo rispettoso delle prerogative del Csm per permettermi di interferire sulle sue scelte, e in particolare sulla scelta del procuratore di Roma e dei suoi aggiunti".

Il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Pasquale Grasso, ha commentato così la vicenda: "Non ravviso alcun elemento di correlazione, salvo emersione di diversi elementi che allo stato non mi pare superino il livello della mera illazione".

Nessun collegamento, a sua detta, tra le nomine per la guida della procura di Roma e Palamara.

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