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Petrolio low cost Si lamenta solo chi ci guadagna

La truffa del greggio meno caro. Qui si cambia idea a ogni mutar di stagione tra la generale indifferenza

Petrolio low cost Si lamenta solo chi ci guadagna

Non è un gran vantaggio avere una certa età, ma a volte aiuta a ricordare, se si possiede buona memoria, quante stupidaggini ci hanno raccontato gli esperti (in particolare i politici e gli economisti). Negli anni Settanta scoppiò una crisi petrolifera, causata dai soliti conflitti mediorientali, già allora devastanti. Il governo della rinomata Prima Repubblica invitò perentoriamente i cittadini a risparmiare energia, diventata troppo cara. In effetti il prezzo del greggio al barile era all'incirca lo stesso di quello del vino (poco pregiato). Allo scopo di consumare meno carburante fummo costretti a subire la cosiddetta austerity e le domeniche a piedi. Vietato per 24 ore circolare con mezzi a motore. No alle auto, sì alle biciclette e perfino ai calessi.

I cittadini non protestarono; anzi, si adattarono con moderata soddisfazione al diktat, avendo scoperto che passeggiare in città senza essere disturbati dalle macchine, tutto sommato, era un piacere. Il provvedimento restrittivo rimase in vigore alcuni mesi, poi fu sostituito dalle targhe alterne, ancora imposte in caso di smog eccessivo. Quell'esperienza c'insegnò che senza petrolio a buon mercato la civiltà occidentale era a rischio retromarcia. Insegnamento sbagliato. Negli ultimi mesi abbiamo scoperto, leggendo le dotte disquisizioni dei sullodati esperti, che se il petrolio cala di prezzo, invece che aumentare, è peggio ancora.

A noi comuni mortali d'istruzione media (o medio bassa) questa sembra una contraddizione in termini. Ma i professori ci garantiscono che non capiamo niente, siamo ignoranti. Eravamo convinti che l'inflazione fosse una iattura. Adesso però abbiamo imparato che la deflazione è un fenomeno ancor più grave. Mah! Fingiamo di credere a lorsignori.

Proponiamo comunque il seguente ragionamento. Fino ad alcuni mesi orsono, il petrolio costava 110 dollari al barile, quando il dollaro quotava 1,40, paragonato all'euro. Ciò significa che quel barile noi europei lo pagavamo 78 euro. Spero che il calcolo sia giusto. Oggi lo stesso barile costa 50 dollari (rivalutati) per cui noi dell'Unione europea lo acquistiamo a 44 euro, con un risparmio di 34 euro rispetto alla scorsa estate. Due domande. Prima: dov'è il guaio se al posto di 78 euro il barile ne sganciamo 44? Dovremmo essere contenti, secondo logica. Manco per niente: siamo furibondi. Mistero. Seconda: quei 34 euro che non escono più dalle nostre tasche per assicurarci un barile dove vanno a finire, dato che al dettaglio il carburante non è calato nella medesima misura del greggio? Nessuno ce lo dice, silenzio tombale.

Eppure qui ballano 34 euro, non bruscolini: in quale portafoglio vanno a infilarsi? Quello del fisco o quello dei petrolieri? La nostra non è semplice curiosità: è una pretesa. Possibile che Matteo Renzi, che parla ininterrottamente dalla mattina alla sera, non dedichi un minuto per sciogliere il presente interrogativo? Possibile che i cervelloni che si occupano di economia non avvertano l'esigenza di fornire una precisazione in merito?

Un altro argomento ci sta a cuore. Il dollaro è avviato ad avere il medesimo valore dell'euro. E il giorno in cui si festeggerà la parità delle due monete, il premier (per propria ammissione) stapperà una bottiglia di champagne. Bene. Brinderemo con lui. Ma vi rendete conto, egregi lettori, che poco più di dieci anni fa noi poveri tapini fummo obbligati a versare 1.936 lire per ogni euro? È la prova - giunta tardivamente - che si trattò di cambio truffaldino, folle.

Per concludere un accenno alla Grecia, in procinto di votare. I sondaggi danno per sicura la vittoria di Alexis Tsipras, leader di Syriza, il movimento ostile al giogo dell'austerità europea e all'euro. La signora Merkel ha posto le mani avanti, affermando che se la Grecia uscirà dalla moneta unica non sarà affatto una catastrofe per la Ue. Ottimo. Come mai però la cancelliera sino a ieri considerava questa eventualità una tragedia? E come mai gli europeisti nostrani erano sulla stessa linea tedesca e ora che la Germania l'ha corretta non aprono bocca? Qui si cambia idea a ogni mutar di stagione tra la generale indifferenza. Compresa quella degli esperti.

Prima o poi i padrini dell'euro saranno coloro che strilleranno maggiormente contro la moneta europea, e daranno la colpa alla gente di averla voluta.

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