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Piano anti Kim: mini atomiche su caccia invisibili

Il Pentagono pronto a un attacco preventivo che spazzi via solo basi nucleari e vertici militari

Piano anti Kim: mini atomiche su caccia invisibili

Stavolta non sono solo parole. E Kim Jong Un e il suo «depravato» regime come li ha definiti Donald Trump nel suo primo discorso alla nazione - farebbero bene a prestarvi molta attenzione. Dietro l'accenno del presidene e all'instancabile «ricerca da parte della Nord Corea di missili nucleari» capaci «molto presto di minacciare la nostra patria» si nasconde la possibilità di un devastante attacco preventivo americano. Un attacco che non prevede l'utilizzo di missili e armi convenzionali, ma di testate atomiche tattiche opportunamente modificate per contenere la ricaduta radioattiva e far piazza pulita in un colpo solo dei vertici del regime e delle installazioni nucleari nascoste nel sottosuolo nord coreano. Per intuirlo basta ascoltare la parte del discorso in cui Trump insiste sulla necessità di «modernizzare e ricostruire il nostro arsenale nucleare rendendolo così forte e potente da scoraggiare qualsiasi atto di aggressione da parte di qualsiasi altra nazione o di chiunque altro».

Il processo di modernizzazione e di adeguamento, capace di garantire un intervento nucleare tattico nella penisola nordcoreana, è in verità già in corso. Stando a uno studio pubblicato nel luglio 2017 dalla rivista di «Sicurezza Internazionale» del Mit (Massachusetts Institute of Technology) gli ammodernamenti apportati alle testate nucleare e ai loro sistemi di guida permetterebbe agli Stati Uniti di eliminare tutte le infrastrutture nucleari della Corea del Nord riducendo le perdite umane a non più di «qualche centinaio di vittime». Lo studio è stato ovviamente criticato sia per la leggerezza nel valutare la perdita di «qualche centinaio di vite umane» sia per l'eccessiva fiducia nella capacità dell'intelligence Usa di localizzare tutte le installazioni nucleari nord coreane. Lo studio conferma però che i lavori di ammodernamento della bomba termonucleare B61, progettata nel lontano 1963, hanno trasformato questo vecchio ordigno pesante 300 chili e lungo tre metri e mezzo in una testata completamente nuova. La cosiddetta versione 12 - sperimentata il primo luglio 2015 e dotata di un nuovo sistema di guida - è considerata un'arma completamente diversa rispetto alla vecchia bomba a caduta gravitazionale. Il sistema di guida commissionato alla Boeing l'avrebbe trasformata in un arma di precisione capace di colpire con un margine di errore di trenta metri. Un margine assolutamente ininfluente per un'arma atomica capace, come dimostrato da un test del novembre 2015, di penetrare a diversi metri di profondità sfruttando si dice - un nuovo involucro di uranio impoverito.

A trasformarla in una vera atomica tattica contribuisce, inoltre, il selettore a quattro tacche capace di modularne la potenza da 0,3 a 5 fino 10 e 50 chilotoni. Oltre a garantire almeno nella versione più «leggera» - una potenza assai inferiore ai 13 chilotoni dell'atomica esplosa a Hiroshima, la versione 12 della B61 garantirebbe una dispersione radioattiva assai più contenuta, soprattutto nella versione studiata per esplodere nel sottosuolo.

Ufficialmente le B61 «versione 12» non sono ancora operative, ma stando alle indiscrezioni provenienti dal Pentagono l'amministrazione Trump e il segretario alla difesa Jim Mattis starebbero premendo per accelerarne l'arrivo a Guam e nelle altre basi da cui, stando ai piani, dovrebbe partire l'attacco preventivo contro Pyongyang. Proprio a Guam sono arrivati ai primi di gennaio tre bombardieri B-2 Spirit considerati ideali per un attacco nucleare tattico non solo per la loro invisibilità ai radar, ma anche per la capacità di trasportare 16 bombe B61 ciascuno.

Il bottone rosso di Donald Trump minaccia insomma di colpire molto prima e con molta più efficacia di quello di Kim Jong Un.

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