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Il piano del governo sugli influencer: fino a 5 anni per l'istigazione sul web

L'esecutivo studia un intervento per i media digitali. E giovedì in Cdm le norme sui comportamenti sconsiderati alla guida

Il piano del governo sugli influencer: fino a 5 anni per l'istigazione sul web

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Dal governo all'opposizione, tutti a caccia del vaccino contro l'influencer. Quello cattivo, va da sé, perché non tutte le influenze social sono pericolose come certe inquietanti challenge. Per arginare le quali, l'esecutivo ora pensa a una stretta al codice della strada e a un allargamento del reato di istigazione a delinquere per includere nella fattispecie dell'articolo 414 del codice penale anche i media digitali, con pene fino a 5 anni di reclusione. Mentre il leader di Azione, Carlo Calenda, rilancia la proposta di legge del suo partito per impedire l'iscrizione ai social dei minori di 13 anni, prevedendo una «certificazione anagrafica» per evitare abusi.

A spingere per un giro di vite sulle cattive abitudini social è stato il tragico incidente di Casalpalocco tra un suv Lamborghini con a bordo cinque youtuber i TheBorderline - che dovevano trascorrere sulla lussuosa automobile 50 ore consecutive, e una Smart Forfour guidata da Elena, una mamma 29enne che tornava a casa con i suoi bambini, Aurora di 4 anni e Manuel di 5. Nello schianto Manuel ha perso la vita, mentre sua madre e la sorella sono rimaste ferite. E se la dinamica dell'incidente è ancora da chiarire, un'ondata di indignazione si è levata contro le «sfide» sempre più insensate che gli influencer lanciano sui social per raccogliere visualizzazioni e monetizzare la loro presenza sul web. Sia quelle in cui youtuber e content creator si cimentano in «imprese» più o meno discutibili, sia quelle che girano per i social come sfide per gli stessi utenti. Un elenco lungo, e che ha già mietuto feriti (tanti) e anche morti. Come la «gara» per trattenere il respiro, che nel 2018, a Milano, si portò via un ragazzo 14enne, Igor Maj, che aveva appena visto su Youtube un video su «cinque sfide pericolosissime» tra le quali, appunto, l'autosoffocamento. La procura di Milano indagò l'autore di quel video, un 26enne di origine indiana, per istigazione al suicidio, ma le accuse furono poi archiviate poiché il ragazzo, pur descrivendo la «pratica» nel dettaglio, sconsigliava di provarci. Il caso colpì anche il capo dello Stato Sergio Mattarella, che in un incontro con gli studenti sottolineò quanto fosse «assurdo morire per un gioco» online.

Ora però le cose, come detto, potrebbero cambiare, e a casi come quelli citati potrebbe applicarsi la nuova fattispecie di reato che il governo intende introdurre, sulla falsariga della Francia che ha appena approvato una legge che vieta agli influencer la promozione di pratiche pericolose. La strada che Palazzo Chigi ha scelto, quella di un intervento sull'articolo 414 del codice penale, passa per l'inserimento di una norma nel disegno di legge anti-baby gang, voluto da Matteo Salvini e il cui testo, al quale ha lavorato anche il sottosegretario leghista alla Giustizia, Andrea Ostellari, già prevede pene fino a 5 anni per chi pubblica video autocelebrativi con atti di violenza a danno di inermi, in modo da arginare il bullismo anche social. Proprio Ostellari ha confermato, al Messaggero, la possibilità di estendere le nuove fattispecie a «tutte le condotte illegali che vengano riprese e celebrate attraverso l'uso dei social, benché compiute da persone adulte, da cui ci si aspetterebbe una maturità che evidentemente non è scontata».

Già giovedì, infine, Salvini porterà in cdm le nuove norme del codice della strada per punire comportamenti sconsiderati alla guida: dall'uso del telefonino al consumo di stupefacenti, con l'introduzione del cosiddetto «ergastolo della patente».

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