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Poletti fissa la fine di Gentiloni: "Alle urne prima del referendum sul Jobs Act"

Il Pd teme il voto sul Jobs Act. E studia le elezioni in aprile, prima del referendum sulla riforma del lavoro. Poletti: "Se si vota prima il problema non si pone". Ma Speranza lo stoppa: "Modifiche subito"

Poletti fissa la fine di Gentiloni: "Alle urne prima del referendum sul Jobs Act"

"Se si vota prima il problema non si pone". Commentando con l'Ansa i rischi del voto sul referendum sul Jobs Act proposto dalla Cgil, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti fissa la scadenza del governo Gentiloni. "Questo è un governo che fa la legge elettorale e poi lascia il campo - mette in chiaro - questo è lo scenario più probabile". Una bocciatura della riforma del lavoro, dopo la tranvata sul ddl Boschi, potrebbe essere un ulteriore problema per il Pd e, in modo particolare, per Matteo Renzi.

Gli occhi della politica sono tutti puntati sulla Corte Costituzionale. Il prossimo 11 gennaio dovrebbe prendere una decisione definitiva sulle richieste di referendum abrogativi in materia di lavoro e Jobs Act. La stessa Consulta ha spiegato che la questione verrà trattata in una camera di consiglio, in aggiunta ad altre cause già fissate. "La Consulta farà le sue valutazioni - commenta Poletti durante una pausa dei lavori del Senato - noi le attendiamo con rispetto". Come riporta anche l'Huffington Post, le richieste di referendum, già vagliate dall'Ufficio centrale della Cassazione, riguardano le disposizioni in materia di licenziamenti illegittimi e quelle inerenti il lavoro accessorio contenute nel Jobs Act, nonchè la norma, contenuta nel decreto per l'attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro, riguardanti la responsabilità solidale in materia di appalti.

Come spiegato da Augusto Minzolini sul Giornale, il referendum sul Jobs Act è una vera e propria bomba a orologeria che rischia di affondare sia il governo sia il Pd. Il voto sulla riforma della riforma è la mina letale. E i dem possono disinnescarla soltanto con le elezioni anticipate. Un'eventualità che non piace al "ribelle" dem Roberto Speranza che vuole modifiche alla legge prima senza aspettare la consultazione referendaria. Nel frattempo, però, il Paese vive nell'incertezza. Anche la Confindustria denuncia tutti i rischi di questa situazione di incertezza per l'occupazione. "È stato fatto il jobs act, ora c'è il referendum, che succede? Io cosa faccio? Attendo e non assumo. Questo è un capolavoro italiano di ansietà e di incertezza totale e perenne", spiega il leader degli industriali, Vincenzo Boccia, secondo cui il Jobs Act ha generato il 75% di assunzioni a tempo indeterminato. "Questi diventano consumatori che hanno progetti di vita, comprano casa.

Ora c'è un nuovo rischio".

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