Politica

Politici in fuga (tranne uno) dai funerali di Desirée

Solo Giorgia Meloni alle esequie della ragazza stuprata e uccisa a Roma. Le lacrime del padre

Politici in fuga (tranne uno) dai funerali di Desirée

Roma - «Giustizia per Desirée». Funerali, ieri pomeriggio, di Desirée Mariottini, la 16enne stuprata e uccisa da una banda di spacciatori. Cerimonia disertata completamente dai politici: unica presente delle istituzioni Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia.

La parrocchia di San Valentino, a Cisterna di Latina, era piena. Bara e rose bianche sul feretro, palloncini colorati per la ragazzina stroncata da un'overdose, dopo esser stata violentata per almeno 10 ore da un gruppo di pusher africani in uno stabile diroccato di San Lorenzo, a Roma. A officiare la funzione don Livio Fabiani, lo stesso che ha celebrato il funerale delle piccole Alessia e Martina, uccise nel febbraio scorso dal padre carabiniere Luigi Capasso in una giornata di follia. Il feretro entra in chiesa sulle note di Per Te di Jovanotti, seguito da un applauso. «Oggi, anche se la mia persona è insignificante - dice don Livio nell'omelia - e la mia voce debole e flebile, mi permetto di fare un appello a tutti i responsabili della cosa pubblica, grandi o piccoli, centrali o periferici che essi siano, a vigilare, a controllare e a intervenire a tempo debito contro ogni forma di violenza senza aspettare che questa esploda e che si ripeta ciò per cui oggi stiamo piangendo». «In questa chiesa - continua il parroco - diamo l'estremo saluto terreno a Desirée. In questa chiesa Desirée da me ha ricevuto la prima comunione e, qualche anno dopo la cresima. Non avrei mai pensato che un giorno, oggi, sarei stato io stesso a darle l'ultimo saluto».

Una città intera, un quartiere difficile quello che fa da scenario al funerale della ragazza di provincia che sognava di fare l'artista ma che è finita, drammaticamente, nelle mani di spacciatori di crack ed eroina.

Mentre il parroco pronuncia parole di conforto, soprattutto per la mamma Barbara, il padre Gianluca e la nonna cui la giovane era stata affidata, gli inquirenti continuano a cercare gli altri spacciatori e tossicodipendenti presenti, in vari momenti della giornata, allo stupro e all'agonia di Desirée.

A cominciare dai tunisini, i magrebini che per i residenti della zona sarebbero gli spacciatori più attivi sulla piazza assieme ai due senegalesi, al nigeriano e al ghanese arrestati. Un caso a dir poco drammatico quello di una ragazza che, sottolineano i genitori, non si drogava da molto tempo.

Una situazione a forte rischio, però, tanto che i servizi sociali della cittadina pontina avevano allertato il Tribunale per i Minori di Latina che aveva deciso di affidare Desirée alla nonna materna.

Commenti