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Il premier rassicuri il Paese e tagli la spesa

Renzi rassicuri il paese che non adotterà la nefasta patrimoniale. Questo è il minimo che gli si chiede

Il premier rassicuri il Paese e tagli la spesa

La flessibilità nel deficit di bilancio di 14 miliardi che la Commissione europea ci ha concesso per il 2016 purtroppo ci costerà un prezzo salato. Le notizie diffuse nei giorni scorsi erano solo parziali. La manovra correttiva che ci si chiede, per il 2017, in contropartita per questa flessibilità non è di 10 miliardi ma di 15, di cui metà con aumento di tributi.

E, quel che è peggio, ci viene raccomandata una imposta patrimoniale, non sappiamo se permanente o straordinaria, ma sicuramente sia sui risparmi in titoli che sugli immobili. Una nuova stangata sulle case dopo quella del governo Monti che ha fatto crollare il mercato degli immobili, ha bloccato la produzione edilizia e di beni durevoli, ha creato centinaia di migliaia di disoccupati e nuove sofferenze bancarie, mentre le garanzie bancarie, in gran parte immobiliari hanno perso almeno il 20% del loro valore, erodendo i parametri su cui si appoggia il credito, con conseguenti effetti negativi ora sotto gli occhi di tutti. Sembra quasi che nel 2017, per la Commissione europea, l'Italia debba «espiare» la colpa dei debiti del 2015 e del 2016, mediante la legge del contrappasso. Infatti, Bruxelles ci «raccomanda» di spostare il carico fiscale dai fattori produttivi ai consumi e alle proprietà, come se queste non riguardassero in larga misura, proprio dei fattori produttivi. Tali sono gli immobili destinati ad esercizi commerciali, uffici, botteghe artigiane, servizi di trasporto, impianti produttivi che costituiscono la metà del patrimonio edilizio italiano, mentre l'altra metà è composta di abitazioni, di cui una parte seconde case, spesso destinate a servizi turistici di terzi.

Che cosa si chiede a Renzi? Di tassare di nuovo la prima casa, che ha appena detassato? Di colpire il patrimonio immobiliare che costituisce fattore produttivo o quello delle seconde case, già sovratassate? Si tratta di una «raccomandazione» che evoca la legge del contrappasso che Dante ha utilizzato nella Divina Commedia. Una raccomandazione, però, non un obbligo. L'obbligo è di ridurre il deficit di 15 miliardi nel 2017, ma gli strumenti li può scegliere il governo italiano. Come ha appena suggerito Sallusti il nostro governo nel 2016 dovrebbe usare la cospicua flessibilità accordatagli per tagliare le spese onde ridurre le tasse. Se nel 2016 non si possono o non si vogliono ridurre le spese, per una larga parte dei 14 miliardi di flessibilità concessa, perché l'anno prossimo bisogna fare una manovra correttiva di 15 miliardi e non di 10, si adotti però nel 2017, con decisione, il principio del risanamento fiscale sul lato della spesa. Come ho appena osservato le tasse sugli immobili hanno fatto scendere il Pil. Quando il Pil scende o aumenta troppo poco, il rapporto fra debito pubblico e Pil sale anche con deficit sotto il 3%. Una patrimoniale che, distruggendo altra ricchezza, darebbe un duro colpo al Pil, quindi alla politica di contenimento del rapporto debito pubblico/Pil. Ho già scritto e lo ripeto: le concessioni che ci dà la Germania, tramite la Commissione europea, hanno prezzi dolorosi. Fermiamoci sin che siamo in tempo. Renzi rassicuri il paese che non adotterà la nefasta patrimoniale. Questo è il minimo che gli si chiede. La vera sfida è quella del taglio delle spese. È questo il tema su cui va giudicata l'attuale politica del governo e in prospettiva.

Anche la sua riforma costituzionale che crea una Camera con cui la minoranza può sfruttare la maggioranza e senato composto da sindaci e assessori regionali, interessati a ricevere nuovi fondi dallo stato, comporta nuove spese.

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