Cronache

C'è chi odia la Forze Armate ​pure nel giorno della loro festa

A Vicenza niente preghiera per le penne nere, a Venezia prof antimilitaristi

C'è chi odia la Forze Armate ​pure nel giorno della loro festa

Il parroco che si rifiuta di recitare la preghiera degli alpini troppo guerrafondaia. Alcuni insegnanti del liceo Marco Polo «per una scuola libera da guerre e militarismi», che si oppongono all'intervento di due ufficiali donne davanti agli studenti. E 140 professori siciliani che firmano un appello di solidarietà ai colleghi pacifisti. Le celebrazioni del 4 novembre in Veneto sono state segnate da chi non digerisce la Giornata dell'unità nazionale, delle Forze armate e della vittoria nella prima guerra mondiale.

L'ultima assurdità è capitata domenica alla chiesa di San Pietro a Vicenza. Come ogni anno gli alpini di Borgo Casale si sono recati a depositare una corona in ricordo dei caduti, non solo le penne nere che «sono andate avanti» per difendere la patria. Un ricordo in vista del 4 novembre, che avrebbe dovuto ottenere ospitalità in chiesa con la funzione religiosa. Il parroco, però, si è rifiutato di fare leggere la preghiera dell'alpino, che da sempre è riconosciuta dagli stessi cappellani militari. La parte che avrebbe dato fastidio è questa: «Dio onnipotente rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra Patria, la nostra Bandiera, la nostra millenaria civiltà cristiana».

Assieme agli alpini c'era l'assessore regionale del Veneto, Elena Donazzan, che ha postato un video sui social diventato virale. «La chiesa è inclusiva con tutti, a cominciare dai migranti, tranne che con gli alpini, che poi, però, sono i primi a farsi in quattro per risistemare le parrocchie» dichiara al Giornale l'esponente di Fratelli d'Italia. Le penne nere, rimaste interdette, non si sono perse d'animo e hanno trovato un prete più comprensivo e rispettoso del 4 novembre. «Siamo andati altrove, allietando con il Coro degli Alpini di Piovene Rocchette la messa e la mattinata di alcuni anziani ospiti di una vicina casa di riposo - ha scritto Donazzan su Facebook - un grazie a Don Giuseppe che ci ha accolti a braccia aperte!».

Qualche giorno prima aveva fatto scalpore un altro episodio di stucchevole antimilitarismo in vista del 4 novembre. Un incontro con gli studenti di due ufficiali donne, una della Marina militare e l'altra della Guardia di finanza, è stato contestato e boicottato da alcuni professori del liceo Marco Polo di Venezia. Secondo loro l'evento «non era in linea» con i principi dell'istituto e il ripudio della guerra sancito dalla Costituzione. E così sono riusciti a convincere alcune classi a non partecipare all'evento. Gli insegnanti ultrà pacifisti seguono la campagna «Per una scuola libera da guerre e militarismi» voluta da un gruppo di associazioni. Non a caso, ieri, giorno delle celebrazioni, 140 professori siciliani hanno firmato un appello di solidarietà ai colleghi del Marco Polo, che sembra uscito da altri tempi. «Conosciamo gli esiti storici di quando viene minacciata la libertà di insegnamento e di quando la ricostruzione storica viene piegata ai fini del potere» hanno scritto i professori siciliani. Solo perchè vari esponenti politici hanno alzato gli scudi contro il boicottaggio antimilitarista per il 4 novembre.

Donazzan e Massimo Giorgetti, vice presidente del Consiglio regionale del Veneto hanno deciso di recarsi ieri al liceo Marco Polo con il messaggio del Capo dello stato sul giorno delle Forze armate.

E si sono trovati di fronte ad uno striscione ispirato dai cattivi maestri del pacifismo ultrà: «Assemblea studentesca contro la guerra».

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