Cronache

Il prete si arrende alla violenza chiesa ostaggio dei maghrebini

Rissa davanti a Sant'Ambrogio, don Guarnieri ai politici: "Sono dieci anni buttati, questi criminali occupano tutto"

Il prete si arrende alla violenza chiesa ostaggio dei maghrebini

Ci sono lo spaccio, la rivalità tra bande, i bivacchi, le risse dove le bottiglie di vetro diventano armi affilate. Come è successo giovedì sera, poco dopo l'ora di cena, nel centralissimo quartiere Sant'Ambrogio di Firenze, quando c'è voluto l'intervento di tre volanti per ripristinare la legalità e liberare il rione da un gruppo di nordafricani irregolari che si malmenavano sotto gli occhi terrorizzati di cittadini e turisti.

In uno dei video registrati dai passanti e pubblicato dal Corriere Fiorentino, si vedono gli stranieri affrontarsi sul sagrato della chiesa con calci, pugni e bottigliate in testa. Di quella serata infernale restano oggi quattro arresti - due marocchini, un tunisino e un senegalese, tutti irregolari - e due poliziotti rimasti lievemente contusi durante il fermo. Ma resta soprattutto, e le tracce di sangue sulle scale della parrocchia ne sono il simbolo, un quartiere esasperato dal degrado. E un parroco, don Carlo Guarnieri, stremato da anni di battaglie per tentare inutilmente di ripristinare il decoro almeno di fuori dalla chiesa.

«Basta, getto la spugna - ha detto - più di esprimere il mio disagio per ciò che accade sul sagrato tutte le sere non so che fare. Sbatto contro un muro di gomma, ho speso dieci anni della mia vita in questa battaglia ma ora non ho più voglia, non voglio passare per il solito rompiscatole. Ho interpellato comune, prefetto, ma nulla. Gli unici che hanno ancora coraggio di sedersi nelle panchine qui di fronte sono i pensionati, che a una certa ora vengono cacciati dai criminali che occupano la piazza». Basti sapere che tempo fa era stato costretto ad annullare la messa delle 18 perché era capitato che entrassero degli ubriachi durante la celebrazione. Aveva anche sperato si potesse recintare il sagrato, ma anche questa ipotesi è sfumata e ogni sera al calare del sole, si ripete la stessa scena. La piazza non è più dei fiorentini.

Ieri il sindaco di Firenze, Dario Nardella, su Twitter ha ringraziato la polizia «che ha arrestato quattro extracomunitari per rissa. Ora i cittadini si aspettano che non siano immediatamente rilasciati e che abbiano la giusta pena. La legalità è il presupposto di una civile convivenza». Che invece è difficilissima, non certo da ieri, in queste strade. Infatti da anni i comitati dei cittadini, molti ne sono nati e molti si sono sciolti, denunciano una situazione ormai degenerata. La spiega così, un residente che vuole rimanere anonimo per timore di ritorsioni: «Da dieci anni qui vige uno stato di abbandono, di lerciume. Nell'ultimo periodo la situazione è peggiorata, queste persone urinano all'aperto, per dormire abbiamo dobbiamo mettere i doppi vetri agli infissi, perché di notte è impossibile. Al comune non è mai interessato niente. La piazza è in mano a un gruppo di una trentina di stranieri, li conosco tutti, le risse ci sono sempre, tutte le sere. Anche perché c'è lo spaccio. La gente comincia ad avere paura a uscire dopo una certa ora, si rischia il far west».

E dire che il sindaco una guerra ai bivacchi l'ha fatta. Ma a quelli dei turisti all'ora di pranzo: come deterrente, un anno fa aveva introdotto l'invenzione di bagnare i sagrati delle chiese all'ora di pranzo. I problemi più gravi, però, si ripetono nei quartieri del centro. Qualche giorno fa un centinaio di residenti di San Lorenzo ha firmato un documento spedito a prefettura, questura e Palazzo Vecchio.

In allegato alla denuncia del degrado, le foto e filmati con cui commercianti e abitanti si sono improvvisati investigatori e hanno registrato le attività di spaccio fuori dai loro portoni.

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