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Il processo farsa alla Raggi: in assemblea vietato parlarne

Al meet up romano del M5s niente commenti politici Il diktat di Grillo silenzia le correnti. Lombardi assente

Il processo farsa alla Raggi: in assemblea vietato parlarne

Alla fine il processo in contumacia a Virginia Raggi non c'è stato, perlomeno in pubblico. Nel giorno dell'assemblea dei meetup romani, la prima dopo ben nove anni, i grillini si ripiegano su loro stessi, scansando il confronto tra le varie correnti. Uno scontro che resta sottotraccia. Mascherato dietro una riunione blindata «poco interessante e noiosa», come riferiscono alcuni attivisti presenti all'Auditorium Seraphicum.

Nel pomeriggio è la deputata Roberta Lombardi, assente all'assemblea, a ribadire che processi al di fuori delle aule non se ne faranno: «Quello che si sta verificando è qualcosa di infamante nei miei riguardi e non posso accettarlo. Non posso. Vengo chiamata come persona informata sui fatti nell'ambito di una indagine che la Procura di Roma sta portando avanti, a seguito di un esposto presentato non dalla sottoscritta, ma dal senatore Augello, esponente di un'altra forza politica». La Lombardi, nemica-amica della Raggi, non ci sta ad essere additata come frondista e traditrice. Non vuole essere messa all'indice né da Beppe Grillo, né da Davide Casaleggio. Quell'asse Milano-Genova che in questi giorni di tensione sta costruendo un importante «cordone sanitario» di difesa per proteggere Virginia Raggi dal fuoco amico della polveriera romana. La cittadina portavoce Lombardi continua dal suo profilo Facebook: «Tra le domande postemi dai pm; come risulta dal verbale, nessuna riguarda polizze assicurative di cui tra l'altro non ho mai sentito parlare sino ai fatti di questi giorni». E la colpa è sempre dei giornali: «Un'informazione che può essere manipolata e girata ad alcuni giornali, suggerendo magari che sia stata io, com'è stato falsamente scritto, ad informare i pm della polizza contratta da Salvatore Romeo. Questo non è assolutamente vero, oltre che assurdo e risulta dagli atti della mia deposizione».

Gli altri parlamentari insistono nel silenzio. Compresa la romana Paola Taverna, considerata anche lei una oppositrice interna di Virginia Raggi. Gli stessi «portavoce dei cittadini» alla Camera e al Senato che sarebbero dovuti essere presenti all'Auditorium Seraphicum. «Qua non c'era nessuno», lamentano gli attivisti dei vari municipi romani. L'assente Roberta Lombardi però ci tiene a sottolineare: «Ho dieci anni di impegno sul territorio che parlano per me. Dieci anni durante i quali ho difeso e messo in atto i valori del Movimento Cinque Stelle. Non devo aggiungere nient'altro».

Al Seraphicum, intanto, c'era solo qualche consigliere municipale e comunale. Si è visto anche il consigliere regionale del Lazio Davide Barillari. I militanti si annoiano: «Io entro ed esco dalla sala, non riesco a seguire tutto». L'assemblea è un susseguirsi di relazioni e interventi preparati: tre minuti per i referenti municipali. Cinque per i responsabili dei tavoli di lavoro. Nessuna deroga. Lo speaker invita una relatrice a «leggere in maniera letterale l'intervento che ci è stato inviato». La responsabile del tavolo di lavoro scuola si lascia sfuggire un commento su Renzi, ma si corregge subito: «Lo so, oggi non dobbiamo parlare di politica». Mentre la sindaca Raggi, ogni tanto evocata come «Virginia», resta sullo sfondo. Del resto, come aveva specificato lo stesso Beppe Grillo sul blog: «Questa è una riunione dei meetup, senza simbolo del Movimento Cinque Stelle». Davanti all'auditorium, la sicurezza e la selezione all'ingresso, la fanno i militanti in pettorina della Task Force Eventi M5s Roma. E così come annunciato, chi non mostra lo screenshot dell'iscrizione non entra.

Il resto, dice un attivista «lo ha fatto la paura degli infiltrati».

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