Politica

Promessi dieci punti di Pil in cinque anni

Nel Fondo strategico saranno riunite le partecipazioni stabili

Roma Dieci punti di pil in cinque anni: sulla carta, due punti all'anno. Questo sarà l'intervento della Cassa depositi e prestiti: 160 miliardi a sostegno della ripresa italiana a cambiare veste, passando da «ciclica» a «strutturale». Cdp ancora crede nel Piano Juncker. Così, oltre ai 160 miliardi annunciati, conta di attrarre oltre 100 miliardi di euro di ulteriori fondi, nazionali ed esteri, pubblici e privati, grazie a tre specifiche fonti: l'accesso alle risorse messe a disposizione da Ue e Bei, anche nel quadro del piano Juncker; i cofinanziamenti con altri intermediari finanziari, incluse le altre «National promotional institution»; l'attrazione di capitali di investitori istituzionali internazionali e italiani sotto forma di interventi stabili. Padoan si sbilancia con gli aggettivi. Si tratta di «numeri importantissimi in termini di sostegno all'economia», dice il ministro del Tesoro. Il piano «arriva in un momento quanto mai opportuno, perché è uno strumento di politica economica che si integra con le politiche di governo». E si sbilancia: «l'economia italiana sta crescendo». I quattro pilastri sui quali si baserà l'attività di Cdp nel prossimo quinquennio sono il supporto alle istituzioni governative e agli enti locali (15 miliardi di risorse, +22%); il real estate (3,8 miliardi, +110%) anche come operatore del social and affordable housing e con un occhio al turismo; le infrastrutture (24 miliardi, +23%). Su questo capitolo sono compresi gli investimenti in fibra ottica. Settore nel quale la controllata Metroweb sta lavorando con Telecom su un piano per 250 comuni (e un intervento sulla struttura azionaria non è stato escluso da Costamagna), ma anche con gli altri attori in campo, da Vodafone a Wind fino all'Enel. Alla voce infrastrutture rientrano anche gli interventi a sostegno delle imprese, per le quali il piano mobilita ben 117 miliardi (+73% rispetto al quinquennio precedente). Un capitolo a parte merita poi il Fondo strategico, che subirà un deciso restyling. In particolare, gli asset verranno riorganizzati tramite la costituzione di un portafoglio con focus sugli investimenti di rilevanza sistemica con orizzonte di lungo periodo: qui finiranno le partecipazioni 'stabilì relative a Metroweb, Saipem (a operazione con l'Eni conclusa), Sia e Ansaldo Energia. Comprese le quote del Cane a sei Zampe).

Il Fondo, infine, si trasformerà in una Sgr «per gestire gli interventi a supporto della crescita delle aziende.FRav

Commenti