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Le prove delle fake news di Putin? Una pagina con solo 13mila like

Michael Carpenter, Vice assistente segretario alla Difesa per la Russia durante il governo Obama, spiega le accuse di Biden

Le prove delle fake news di Putin? Una pagina con solo 13mila like

Da due giorni non si parla d'altro: delle presunte interferenze della Russia sul referendum costituzionale italiano dello scorso dicembre e del sostegno di Putin a Lega Nord e M5S. Teorie scottanti, sostenute dall'ex vicepresidente Usa Joe Biden, ma al momento prive di prove concrete.

Biden nel suo articolo pubblicato su "Foreign Affairs" sosteneva che l'obiettivo del Cremlino fosse quello di destabilizzare l'Occidente. E per farlo avrebbe dato mandato ai suoi produttori di fake news di influenzare il referendum costituzionale voluto da Matteo Renzi e bocciato (sonoramente) dal voto degli italiani. Ammesso e non concesso che le accuse di Biden siano vere, va notato però che a un mese dall'apertura delle urne fu Obama (e non Putin) a tentare, con un endorsement ufficiale, di indirizzare il voto nel senso sperato dall'ex premier. "Ci sarà un referendum per ammodernare le istituzioni italiane che può aiutare l'Italia verso un'economia più vibrante - disse l'ex presidente Usa - Il Sì aiuterà l'Italia, le riforme di Renzi sono quelle giuste. Io tifo per lui, per le sue riforme coraggiose e secondo me deve restare in politica comunque vada". Di esempi simili se ne possono trovare a bizzeffe. Anche l'ambasciatore americano in Italia, John Phillips, si schierò senza se e senza ma per il "Sì", definendo "un passo indietro" la vittoria del fronte del "No". Perché allora prendersela solo con la Russia?

Altro punto di scontro riguarda la convinzione di Biden sullo "sforzo" messo in atto dal Cremlino "per sostenere questi movimenti (Lega e M5S, ndr) in vista delle elezioni". A rendere poco credibile in questo senso l'uscita dell'ex vicepresidente Usa (lanciato verso la prossima candidatura) è l'intervista rilasciata a La Stampa dal coautore dell'articolo, Michael Carpenter. Già vice assistente segretario alla Difesa, Carpenter è stato anche direttore per la Russia al Consiglio per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca. Di questioni internazionali, insomma, se ne intende. Nessuno lo mette in dubbio. Eppure quando il cronista gli chiede di fornire "prove di quanto sostiene" su "troll, bot e associazioni culturali" che starebbero "sostenendo la Lega Nord e Cinque Stelle", rimane sul vago.

"Per capire come funziona la propaganda russa devi analizzare bots e troll, e cosa dicono - dice - Se lo fai, vedi che nei media italiani c’è uno spazio preponderante a favore di Cinque Stelle, Lega, e partiti di destra come Fratelli d’Italia. Tra le altre cose, va letto anche il rapporto dell’Atlantic Council 'Kremlin’s Trojan Horses', spiega le tattiche usate sui social per propagare informazioni in Europa". Gli attacchi alla corretta informazione, secondo il collaboratore di Biden, non proverrebbero soltanto dall'ormai famosa Research Agency (Ira) di San Pietroburgo o da portali di news come Rt e Sputnik. Ma anche da siti "basati nel vostro Paese". Per destare così tanta preoccupazione tra i democratici Usa, ci si aspetterebbe che le pagine online di cui parla Carpenter fossero seguite da milioni di persone. Strumenti capaci di raggiungere sui social network masse di elettori, di influenzarle "col messaggio strategico russo" e di convincerle a votare Luigi Di Maio o Matteo Salvini. E invece no. L'esponente Usa parla di "gruppi italiani che promuovono i messaggi del Cremlino" e ne cita uno in particolare, che chissà per quale motivo ha attirato la sua attenzione. Si tratta di "Io sto con Putin", un "blog di sostegno al presidente" di Mosca con una pagina Facebook seguita da appena 13.991 persone. Esatto: meno di 14mila like.

Non proprio il pericoloso megafono della propaganda russa che ci apettavamo.

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