Quirinale

Pupo spara su Napolitano. "Bloccò la vittoria al Festival"

L'artista: non voleva vincesse un Savoia, Emanuele Filiberto. L'ex consigliere di Re Giorgio: "Siamo alle vette del ridicolo"

Pupo spara su Napolitano. "Bloccò la vittoria al Festival"

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Pupo contro tutti. Ieri in una intervista a Repubblica si è tolto alcuni sassoloni dalle scarpe. Il più grosso è che il Quirinale avrebbe bloccato la vittoria al Festival di Sanremo della canzone Italia amore mio portata in gara con il principe Emanuele Filiberto e il tenore Luca Canonici. Testuale: «Prima della finale i vertici Rai avevano ricevuto una telefonata dalla presidenza della Repubblica, temevano lo scandalo di un rappresentante di casa Savoia al primo posto a Sanremo». L'anno era il 2010, il presidente della Repubblica era l'appena scomparso Giorgio Napolitano e il vincitore fu Valerio Scanu con Per tutte le volte che (quella di «far l'amore in tutti i modi, in tutti i luoghi in tutti i laghi in tutto il mondo»). «Avevano capito che avremmo vinto osservando il picco di ascolti record della serata in cui avevamo ospitato Marcello Lippi: quella sera si ruppe una chitarra, ci fu un attimo di impasse e allora Lippi fece un promo della canzone, cosa che non si poteva fare».

Allora minacciarono la squalifica, Pupo rifiutò e, sempre secondo lui, «pensarono a un accordo, mi proposero secondo (posto - ndr), dissi: Secondo va bene». Dalla Rai nessun commento, dallo staff di Napolitano sì. «A nome di tutti gli stretti collaboratori del Presidente Napolitano smentisco recisamente tale fandonia - ha detto il consigliere per l'informazione di Napolitano, Giovanni Matteoli -. La maniaca ricerca di complotti arriva ormai a altissime vette di ridicolo». Possibilista il tenore Canonici: «Non so se quello che dice Pupo sia vero, ma potrebbe esserlo». Silenzio (comprensibile) di Emanuele Filiberto, almeno per ora.

In realtà, come ricorda il giornalista Gigio Rancilio, con uno scoop del 23 febbraio 2010 intitolato «I 53 minuti che sconvolsero il televoto», il quotidiano Avvenire dimostrò allora che ci fu «un'onda anomala» nella votazione finale. Ora Pupo tira di nuovo fuori quell'episodio, suscitando un'ondata di commenti tra i quali qualcuno ricorda persino la somiglianza di Napolitano con il principe Umberto. Nell'intervista però l'artista 68enne parla di tanti altri episodi e particolari della sua vita. Il rapporto con due compagne, l'insopprimibile tentazione del gioco («Sono diventato un giocatore d'azzardo e lo sarò sempre»), la nascita di alcuni successi come Su di noi che ancora oggi «ha una rendita pazzesca» e poi la sua natura artistica: «Sono prima un cantautore e poi un discreto conduttore televisivo, non sono un ospite e infatti non vado, mi invitano tutti ma non vado». Una dichiarazione che diventa il prologo per l'ultima delle confessioni, diciamo così, molto frontali. Quella sul Grande Fratello, di cui è stato opinionista per due stagioni. «C'era la pandemia e avevo poco da fare: ma non ho mai visto un minuto del Grande Fratello in vita mia. C'era chi lo seguiva per me, un autore tv. Io non avevo la forza di guardarlo per quanto mi faceva caga..».

Più chiaro di così.

Infine Pupo ha raccontato anche che il 27 gennaio sarà al Cremlino con il suo concerto Pupo and Friends che raduna «tutti i cantanti russi».

E tanti saluti a quel piccolo impedimento chiamato guerra.

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