Cronache

Quegli imam cattivi maestri che importano il jihad da noi

Tanti predicatori vicini ai terroristi passati dalle moschee di casa nostra

Quegli imam cattivi maestri che importano il jihad da noi

Il giovane somalo arrestato ieri è l'ultimo di una lunga lista di imam finiti in manette o espulsi dal nostro Paese negli ultimi anni. Già a giugno 2003 Abdel-Samie Mahmoud Ibrahim Moussa, imam egiziano a Roma, esaltò i kamikaze jihadisti in un sermone, sollevando le proteste del Viminale e finendo «licenziato». Ma ad aprire la lista delle espulsioni, a novembre 2003, è l'allora 39enne senegalese Fall Mamour, alias Abdulkadir Fadlallah, imam a Carmagnola. Scortato oltreconfine dalla polizia dopo essere stato espulso per «gravi motivi di ordine e sicurezza pubblica» l'imam, che aveva manifestato apprezzamento per Bin Laden, ricorre anche al Tar, ma non smette di lanciare minacce all'Italia. Il 22 aprile 2004 tocca a Hemmam Abdelkrim, algerino, già appartenente al Fis e già arrestato 9 anni prima, incita alla violenza contro Israele al termine della preghiera del venerdì nella Grande Moschea di Roma, guadagnando l'espulsione. Nell'agosto successivo, il 16, un doppio decreto di espulsione tocca all'imam di Varese, il marocchino Mohamed Bouhaddou, e a quello di Como, il tunisino Hassine Ben Mohammed Snoussi. Il primo è accusato di aver tentato di reclutare jihadisti per la guerra in Bosnia, il secondo finisce nel mirino perché il suo numero è nella rubrica telefonica di un estremista algerino. Il 6 settembre 2005 la polizia accompagna a Malpensa e carica su un volo per il Marocco Bouriqi Bouchta, autoproclamatosi imam di Torino. Città dove a gennaio 2008 finisce espulso pure l'imam della moschea di via Cottolengo, Mohamed Kohaila, nei cui sermoni per il Viminale c'è «un'interpretazione estrema di antioccidentalità». Il suo omologo di Cremona, Mourad Trabelsi, saluta l'Italia il 13 dicembre dello stesso anno, appena dopo aver scontato sette anni per terrorismo internazionale di matrice islamica. Sorte simile per Abu Imad, già imam della moschea di viale Jenner, a Milano, raggiunto nel maggio 2010 dal decreto di espulsione dopo che la sua condanna a 3 anni e 8 mesi per associazione per delinquere aggravata dalla finalità di terrorismo diventa definitiva: il 9 maggio 2013 viene rispedito in Egitto. Anche l'algerino Allam Baghdad, imam a Firenze, era stato espulso dall'Italia nel 2008. Ma ad aprile 2011 l'uomo, ritenuto legato al Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento, rientra sbarcando a Lampedusa. Giusto il tempo di essere arrestato ed espulso nuovamente. Carcere ed espulsione anche per Mostapha El Korchi, ex imam di Ponte Felcino, a Perugia, rimpatriato nel 2012 dopo aver scontato sei anni per addestramento al terrorismo. Due anni dopo tocca all'imam di San Donà di Piave Raoudi Abdelbar, pagare con l'espulsione l'aver incitato allo sterminio degli ebrei. Un anno fa Alfano rispedisce in Marocco l'imam radicale di Capannori, Abdel Mounime Halda, e a ottobre scorso l'Italia espelle altri due imam. Quello di Camposanto, Modena, perché clandestino.

E quello algerino di Schio, Sofiane Mezzerreg, che nel fervore antioccidentale era arrivato a proibire ai bambini che frequentavano la sua moschea di ascoltare la musica.MMO

Commenti