Elezioni Regionali 2020

L'ultimo escamotage del Pd: ora cambia la scheda elettorale

Il blitz alla scheda elettorale. Il centrodestra affonda: "Grave colpo alla Democrazia". E chiede l'intervento del Collegio di Garanzia

L'ultimo escamotage del Pd: ora cambia la scheda elettorale

Il Pd perde consensi e prova a mascherare la disfatta, ma questa volta è un buco nell’acqua. Ha tutta l’aria di essere un vero e proprio blitz nei confronti delle oppisioni l’ultima furbata messa in piedi dal Consiglio regionale della Toscana qualche giorno fa. Quando, con i soli voti della maggioranza di sinistra, è stato approvato il cambiamento della legge elettorale.

L’obiettivo era scombussolare la grafica della scheda per le prossime elezioni regionali, dove il Partito Democratico tenterà il tutto per tutto per assicurarsi che, l’attuale Presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, riesca ad accaparrarsi il ruolo di Governatore della Toscana per il centrosinistra.

Durante una seduta del Consiglio è stata approvata a maggioranza, ma con i soli voti del Pd, la legge di manutenzione regionale toscana 2019, (ovvero la legge regionale numero 55 del 2008 che disciplina la qualità della normazione), che contiene anche "l'emendamento c.d. Marras” sulla modifica alla scheda elettorale. Il tutto dopo le indicazioni unanimi del Parlamento sulla necessità di ridurre il numero delle firme per presentare le liste alle prossime regionali, causa Covid, ma con intesa di non modificare le leggi elettorali regionali. Un’iniziativa che ha fatto saltare in aria le opposizioni di centrodestra che, assieme ai rappresentanti del Movimento Cinque Stelle, sono uscite dall’aula in segno di protesta.

Il perché della mossa ingiustificata messa in atto dalla sinistra toscana si fa più chiaro osservando la nuova scheda elettorale. Nella grafica il nome del candidato presidente alle elezioni sarà nettamente più visibile rispetto al riquadro a lui dedicato fino ad oggi. Il nome di Eugenio Giani, secondo quanto deciso, dovrebbe apparire in una grande cornice centrale (e non più in alto) in un’immagine dalle dimensioni nettamente superiori rispetto allo spazio dedicato alle liste dei partiti che lo appoggiano. Viene quasi da pensare che il primo interesse che si cela sotto questo nuovo tocco di stile sia di natura politica. A quanto risulta fino ad oggi sembrerebbe che il Pd abbia perso non pochi consensi nell’ultimo periodo e il messaggio tra le righe, o meglio tra le immagini, potrebbe essere quello di voler annunciare agli elettori: "Siamo calati perché i voti si sono spostati sul presidente".

Ma c’è di più. Secondo le prime indiscrezioni nella scheda elettorale potrebbe verificarsi un ulteriore dettaglio visivo a dir poco fuorviante. Tra i candidati presidenti alla Regione Toscana pare che il Partito Democratico stia spingendo per presentare un certo Salvini Roberto e una tale Meloni Elisa. Impossibile non soffermarsi sull’omonimia che, per forza di cose, potrebbe rischiare di creare confusione alle urne facendo virare alcuni voti previsti per le liste dei due principali partiti di opposizione, Lega e Fratelli d’Italia, in un’altra direzione.

Una presa di giro per i rappresentati dei due partiti che, dopo aver incassato il niet del presidente del Consiglio Eugenio Giani al rinvio dell'approvazione in aula per l'acquisizione di un parere giuridico sull'ammissibilità dell'emendamento, hanno attivato il Collegio di Garanzia sulla procedura di verifica statutaria.

“Avevamo chiesto a Giani un parere preventivo sull'ammissibilità dell'emendamento, ma in modo arrogante e pretestuoso ha preferito portare la legge in approvazione senza un parere giuridico pro veritate. Siamo stati costretti ad attivare la procedura di verifica statutaria, prevista dallo Statuto. Il Collegio di Garanzia si dovrà esprimere sulla legittimità dell'inserimento di questo emendamento sul cambio di scheda nella legge di manutenzione. Il presidente del Consiglio regionale Giani ora è costretto, come prevede la procedura della legge regionale 34/2008, a sospenderne la promulgazione fino all'espressione del Collegio”, spiegano i tre capigruppo del Centrodestra toscano Paolo Marcheschi (Fdi), Elisa Montemagni (Lega) e Maurizio Marchetti (F.I)

Sgamati verrebbe da dire. Ma la tattica di gioco era talmente evidente che sarebbe stato difficile chiudere un occhio. “L’aver modificato la scheda elettorale, in piena proroga ed in emergenza Covid, è indecente, inopportuno e illegale, - commenta Marcheschi - Una 'porcata' politica del Pd travestita da adeguamento tecnico, visto che la modifica è stata inserita nella legge di manutenzione. Una violazione giuridica ma soprattutto una violazione delle più elementari norme di correttezza istituzionale. Evidentemente il ricorso a tali bassezze evidenzia le difficoltà della Sinistra".

Le elezioni si avvicinano e la lotta a una delle roccaforti rosse più forti d’Italia entra nel vivo. Ciò che è certo questa volta è che, un po’ come in Emilia Romagna nel periodo di campagna elettorale, nessuno sembra dormire sonni tranquilli, ma gli escamotage della sinistra sono uno schiaffo alla democrazia che resterà sempre inammissibile.

Riceviamo e pubblichiamo

Gentile Direttore, Un articolo del 30 giugno scorso, pubblicato a firma della giornalista Costanza Tosi sulla testata online del Suo giornale, ha creato un caso per le diverse inesattezze riportate sul mio conto, poi rilanciate da altri e mai rettificate nonostante le richieste.

In quell’articolo si faceva riferimento ad una “mossa scaltra” del Partito Democratico toscano, che punterebbe a “presentare un certo Salvini Roberto e una tale Meloni Elisa” tra i candidati presidenti alla Regione in vista delle elezioni del 20-21 settembre. Bene, Direttore, nulla di più falso.

La prima inesattezza è che sarei candidata alla Presidenza della Regione, mentre io sono la candidata di punta per il partito Volt unitosi nella lista SVOLTA! ad Italia in Comune e Toscana nel Cuore. La seconda inesattezza è che la mia corsa elettorale sia un “escamotage della sinistra” che intende far leva sull'omonimia con la leader di Fratelli d’Italia per attirare i voti e le preferenze dei suoi elettori.

Potrei sentirmi offesa dal fatto che si attribuisca alla volontà di altri il mio coinvolgimento attivo in politica, la ricerca di una “Meloni qualunque” da usare come specchietto per le allodole, da presentare perchè ha un certo cognome. E potrebbero sentirsi offesi gli elettori di Fratelli d’Italia: come se un cognome “per forza di cose” fosse sufficiente a creare confusione “facendo virare alcuni voti [...] in un’altra direzione”. In ogni caso so che gli elettori sapranno riconoscere “la Meloni giusta" nel segreto delle urne.

Distinti saluti, Elisa Meloni

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