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La rinascita dei giovani senza futuro

La rinascita dei giovani senza futuro

L'ultimo rapporto Ocse sull'istruzione ha rilevato in Italia un forte aumento dei Neet, ragazzi sfaccendati che né studiano né lavorano. L'indagine ha descritto molti giovani cui queste attività proprio non interessano, altri che hanno perso la speranza in un futuro lavorativo decente e non mancano i sognatori, in attesa di un posto che soddisfi in pieno le loro aspettative si fanno mantenere da mamma e papà. Questi poltroni su cui sono calati giudizi severi e impietosi avrebbero in comune l'ignavia: una mancanza di volontà e apatia spirituale che porta a procrastinare ogni decisione e azione utili alla realizzazione personale.

Oppure la responsabilità di questo stato psichico non è soltanto loro ma della famiglia, della società e delle istituzioni. La pigrizia è un sintomo dietro il quale si cela mancanza di motivazione e insicurezza. La capacità di agire attivamente nel contesto in cui si è inseriti si acquisisce soltanto se si possiede la convinzione fondamentale di poter produrre dei cambiamenti attraverso le proprie azioni. Ci si cimenta in un'avventura, professionale o relazionale se è possibile che vada a buon fine, altrimenti invece di perseverare ci si ritira. A tutti i giovani, compresi i Neet, piacerebbe sapersi garantire autonomia, benessere e sicurezza. A tutti piacerebbe poter aver fiducia in se stessi e negli altri, quelli più competenti, professori e genitori, che possono prestare aiuto e fare da guida.

I genitori dei Neet sono gli adulti di oggi. Le convinzioni dominanti, quelle che trasmettono ai figli, riguardano una società in cui vige il malaffare, in cui la meritocrazia ha ceduto il posto alle raccomandazioni, in cui fare esperienze formative non serve perché l'unica cosa che conta è avere un santo in paradiso. Genitori così non hanno convinzioni di autoefficacia personale neanche per quanto riguarda il sistema familiare e la coppia. Soltanto un uomo e una donna che si fidano vicendevolmente possono condividere l'educazione dei figli e la gestione del denaro comune. Alla crisi della coppia si unisce la crisi della scuola e anche i professori non credono più nel potere dell'insegnamento, in balia di genitori e alunni che spesso non garantiscono loro neanche il rispetto. Non sentendosi ripagati per i loro sforzi educativi trasmettono ai ragazzi il messaggio e la rabbia per una società ingiusta che non premia i più meritevoli.

Di fronte al senso d'impotenza, di ingiustizia e perdita di speranza della vecchia generazione la nuova si arrende o si ribella, si deprime o si droga e soltanto chi ha come dotazione personale una forte resilienza ce la fa.

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