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Radar, visori notturni e più agenti. Il piano per blindare il confine a Est

Oggi Salvini in visita a Trieste da Fedriga: il tema è la frontiera

Foto di repertorio
Foto di repertorio

Trieste Radar terrestri, camere termiche, sistemi per l'acquisizione obiettivi, tutte tecnologie militari che potrebbero venire impiegate sul fronte del Nord Est se riesplodesse la rotta balcanica dei migranti. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha annunciato «soluzioni per sigillare i confini», che dovrebbe annunciare oggi durante la visita a Trieste. Prima di tutto si tratterà di rinforzi di uomini e mezzi delle forze dell'ordine, ma sul tavolo esistono diverse opzioni compreso l'utilizzo di tecnologie avanzate. Un «muro» invisibile garantito da sistemi militari, che potrebbe affiancare o sostituire vere e proprie barriere e reticolati in alcuni punti di passaggio dei clandestini e dei passeur.

«Sono state valutate tutte le ipotesi, senza alcun limite, finalizzate a bloccare gli ingressi di immigrati irregolari lungo il confine orientale» ha dichiarato il presidente del Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, dopo la riunione di mercoledì al Viminale con Salvini in vista della visita del ministro. Presenti anche il capo della Polizia, Franco Gabrielli, l'assessore regionale alla Sicurezza Pierpaolo Roberti e il prefetto di Trieste Valerio Valenti. Sul tavolo l'utilizzo di sistemi in dotazione all'esercito, conferma una fonte de il Giornale, come il radar terrestre Ranger utilizzato nei teatri operativi all'estero, ma già testato sul territorio nazionale. Il sistema rivela persone e veicoli fino a 10 chilometri. I radar di sorveglianza terrestre vengono montati a terra su un treppiede. Il sistema può essere multiplo per controllare aree più ampie.

In questa maniera verrebbero individuati prima di tutto i passeur e i migranti illegali già in territorio sloveno, che potrebbero venire fermati prima dell'arrivo da noi dove chiedono la protezione umanitaria, senza averne diritto, per non venire rimandati indietro.

Una fonte del Giornale spiega, però, che «per attivare un sistema del genere bisogna mettersi d'accordo con la Slovenia perché andiamo a vedere nel suo territorio». E il governo di Lubiana non farà salti di gioia per tenersi i clandestini individuati dai radar.

Un'altra possibile dotazione militare, perfettamente dual use, sul fronte del Carso è la stazione acquisizione obiettivi. Un sistema elettro-ottico a elevato contenuto tecnologico, che rappresenta l'eccellenza nel settore della sorveglianza dei confini e del supporto alle operazioni terrestri. Oltre alle camere termiche, che grazie al calore del corpo umano sarebbero in grado di individuare migranti illegali nei boschi o nascosti in un furgone e il trafficante alla guida del mezzo. E poi i sistemi binoculari di visione notturna a intensificazione di luce utilizzati dai soldati montandoli semplicemente sull'elmetto. Per un impiego tecnologico dei militari sul confine la richiesta deve arrivare dal prefetto e dal Viminale.

Oggi «sul tema dell'immigrazione penso che ci saranno le prime risposte rispetto al tavolo aperto al ministero dell'Interno dove tutte le ipotesi sono al vaglio» spiega Fedriga riferendosi alla visita di Salvini. Il governatore sottolinea che le «risposte saranno graduali, ma importanti». Non è detto che venga richiesto subito l'utilizzo di tecnologia militare. Per non parlare della costruzione di barriere in determinati punti critici di passaggio e la sospensione di Schenghen. Tutto dipenderà da cosa succede con i circa 10mila migranti che si trovano in Bosnia e vorrebbero proseguire verso l'Italia o l'Austria. Trieste sembra essere diventato un punto dei accesso privilegiato.

L'ultimo arrivo è di ieri mattina quando la polizia ha intercettato 29 migranti afghani e pachistani, che hanno percorso la rotta balcanica.FBil

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