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Rai, la lettera di un dipendente: "Io pagato per non lavorare"

Il deputato dem Michele Anzaldi pubblica sul suo profilo la lettera di un dipendente Rai che, da 16 anni, non ha alcun incarico e il suo lavoro si riduce soltanto a fare atto di presenza in ufficio senza avere delle mansioni da svolgere

Rai, la lettera di un dipendente: "Io pagato per non lavorare"

Pagato per non lavorare. Succede in Rai dove Giuseppe Posillico, da 16 anni, non ha alcun incarico e il suo lavoro si riduce soltanto a garantire la sua presenza in ufficio per 8 ore e 35 minuti, senza mansioni.

Posillico, tecnico impiegato presso il centro di produzione tv Rai di Milano, ha, quindi, deciso di inviare una lettera al direttore generale Mario Orfeo, ai membri del Cda e della Commissione di Vigilanza per rendere noto il suo problema. Una lettera simile l'aveva già inviata un anno fa senza ricevere risposte dall'allora dg Antonio Campo dall'Orto. Stavolta la missiva, invece, è stata pubblicata sul profilo Facebook del deputato dem, Michele Anzaldi, vicesegretario della Commissione di Vigilanza Rai.

"Quello che chiedo a lei - scrive Posillico rivolgendosi al dg Orfeo - che è il mio Datore di Lavoro, è di sapere quali sono gli intenti aziendali, e comunque, anche solo per educazione, ricevere una risposta, sia essa positiva o negativa, necessaria e determinante per il percorso che dovrò intraprendere che, in caso di risposta negativa, mi porterà nuovamente ad aprire un’azione Legale contro la Rai (andando ad aumentare ulteriormente il contenzioso aziendale che, com’è noto, è alimentato proprio dalla cattiva gestione del Personale) e - conclude il dipendente Rai - contemporaneamente dar vita ad una azione mediatica in grado di attirare l’attenzione sul mio “caso”.

Anzaldi, invece, chiede ai Vertici di piazza Mazzini di fare luce su questo caso: "La Rai dimostri vera trasparenza: risponda subito alla lettera del dipendente pagato e costretto a non fare nulla da 16 anni.

Spieghi perché esiste una situazione del genere, se esistano problemi col dipendente, se sia una cattiva eredità del passato o se possano esistere altre eventuali giustificazioni. Quanti casi del genere esistono in Rai?"

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