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Rai, rinviate le nomine nei tg. Foa resta a "coordinare" il cda

Lo stallo sulla tv di Stato convince il governo a prendere tempo sulle direzioni. Ma Salvini: «Noi tiriamo dritto»

Rai, rinviate le nomine nei tg. Foa resta a "coordinare" il cda

La stagione delle poltrone può attendere così come il paventato blitz sui Tg della Rai.

Lo stallo sulla presidenza di Viale Mazzini, con la nomina di Marcello Foa che non ha passato il vaglio della Vigilanza, non sembra destinato a essere superato prima di settembre. Forza Italia tiene il punto sul no al direttore del Corriere del Ticino, perlomeno a queste condizioni. E così, con un cda depotenziato e un consigliere anziano dai poteri incerti procedere alle nomine dei direttori delle reti e dei tg e delle altre figure apicali appare un azzardo nonostante la tentazione di Matteo Salvini di dare un forte segnale di rottura.

Giuseppe Conte, al contrario, invita alla morigeratezza, non vuole forzature (sono diversi i soggetti, politici e sindacali, pronti a ricorrere alle vie legali) e spinge per non procedere alle nomine con il rischio di un pasticcio giuridico e di un loro possibile annullamento.

Il dossier, dunque, a meno di accelerazioni al momento non previste, viene rinviato a settembre. Nel frattempo Foa continuerà a coordinare i lavori del cda come consigliere anziano, già nella prossima riunione convocata per mercoledì per discutere di scadenze improrogabili, mentre l'Ufficio di Presidenza della Vigilanza Rai si ritroverà martedì. Questa situazione, a meno di una indicazione chiarificatrice del ministero dell'Economia che non lasci spazio a dubbi, condizionali e interpretazioni, potrebbe anche durare a lungo, soprattutto se non maturassero nuove intese politiche sulla vicenda.

In azienda gli interrogativi sono molti, ci si chiede dentro quale perimetro possa muoversi un consigliere anziano con funzione di presidente-coordinatore privo dell'investitura della Vigilanza il cui parere, secondo quanto previsto dalla legge di riforma della Rai del 2015, è vincolante.

Marcello Foa di certo, oltre al potere di convocazione del consiglio, ha anche quelli di rappresentanza, secondo quanto chiarisce anche l'articolo 27 dello Statuto. Gli esponenti della Lega hanno studiato i precedenti ma il groviglio, essendoci oltretutto una legge alla sua prima applicazione, è difficile da districare. Il tutto mentre il nuovo amministratore delegato, Fabrizio Salini, chiamato dal Contratto di Servizio a fare il nuovo piano editoriale inizia a ragionare su come modulare diversamente l'assetto delle reti di cui fanno parte anche undici canali nativi digitali.

Matteo Salvini, intervistato da SkyTg24, si tiene sulle generali, senza rinunciare alla polemica politica. «Tiriamo dritti per il cambiamento anche in Rai. L'unico che deve spiegare qualcosa, non a me ma agli italiani, è Berlusconi che dice no a un giornalista liberale, libero, allievo di Montanelli. Ma le beghe interne a Forza Italia mi interessano poco». Da Forza Italia arriva la replica di Giorgio Mulè. «Sulla Rai Forza Italia non ha partecipato, come ben sa l'amico Salvini, a nessuno scambio di poltrone, chiediamo soltanto il rispetto della legge.

Il governo indichi il nome di un presidente di garanzia, non con un atto di imperio, ma con la condivisione».

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