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Rcs-Mondadori e Exor, due fronti in casa Agnelli

Cda straordinario sulla cessione del settore Libri. Ma l'Antitrust: "Nessuna comunicazione"

Rcs-Mondadori e Exor, due fronti in casa Agnelli

John Elkann, presidente di Exor e Fca, nelle cui mani ci sono le chiavi delle cassaforti di casa Agnelli, in questi giorni è impegnato su due fronti: quello di Rcs e delle manovre in corso tra i soci in vista dell'assemblea per il rinnovo del cda il 23 aprile (incluse le polemiche sulla cessione dei Libri alla Mondadori); quello dei piani di sviluppo della holding Exor, intenzionata a inondare di altra liquidità il già ricco forziere (oltre 2,5 miliardi di euro da investire) dicendosi pronta a cedere il gioiello Cushman & Wakefield americano, leader globale nei servizi imnmobiliari, valutato circa 2 miliardi di dollari. E se i frutti di questa operazione, insieme all'elevata disponibilità di cash , dovrebbero servire a Elkann per acquisire un colosso dei servizi al di là o al di qua dell'Atlantico, allo scopo di compensare le società in portafoglio (Fca e CnhI) a forte consumo di capitale, sul fronte Rcs la situazione si presenta più complessa. Al di là delle contrapposizioni sul futuro del Corriere e degli schieramenti pro (Elkann, azionista di maggioranza con Fca per il 16,7%) e contro l'attuale ad Pietro Scott Jovane, è il caso Libri a tenere banco. Si è fatto vivo l'Antitrust che, in una nota, precisa di non aver ricevuto finora alcuna comunicazione in merito all'eventuale operazione di concentrazione tra Mondadori e Rcs Libri, aggiungendo che «tale operazione, laddove venisse notificata, sarà valutata».

Dal canto suo, Carlo Cimbri, ad di UnipolSai, azionista con la finanziaria Finsoe (4,6%) sempre di Rcs, spiega che «scelte di questo tipo (la cessione dei Libri, ndr ) andranno valutate nell'ambito di un programma complessivo della società, altrimenti è difficile fare un'analisi sulla singola cosa».

Il problema sarà affrontato dal Cda di Rcs del 2 marzo. Le attività della divisione Libri sono valutate in una forchetta intermedia tra 120 e 150 milioni. Non è comunque escluso che il board esamini anche le offerte pervenute per l'acquisizione delle radio del gruppo Finelco. Solamente l'editore Urbano Cairo (3% del capitale) ha fatto capire di non apprezzare la linea, spiegando che cedere attività per ripianare delle perdite è una sorta di sconfitta, è come depauperare l'azienda.

Exor, intanto, smentisce ogni collegamento della possibile operazione C&W con la volontà del presidente Elkann di far cassa da travasare a Fca per l'affare Corriere.

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