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Renzi licenzia i sindacati: "Serve occupazione, ma non delle fabbriche"

Il presidente del Consiglio si mostra fiducioso: "Dalla prossima primavera vedremo il Paese ripartire"

Renzi licenzia i sindacati: "Serve occupazione, ma non delle fabbriche"

Il presidente del Consiglio torna a bacchettare i sindacati: "Vogliamo tenere aperte le fabbriche e non occuparle, perché l'occupazione di cui hanno bisogno i nostri lavoratori non è quella che minaccia il sindacato". Matteo Renzi lo dice in una intervista al settimanale Oggi. "Come governo - prosegue Renzi - ci siamo dati un orizzonte di mille giorni, per dire che le riforme di cui abbiamo bisogno sono profonde e coraggiose e non per guadagnare tempo. Ma i cambiamenti che abbiamo messo in campo e che stiamo realizzando, dal lavoro alla giustizia, dall’economia al ridisegno delle nostre istituzioni, cominceranno presto a dispiegare i loro effetti".

Renzi dunque chiede tempo, anche se nel breve periodo è abbastanza fiducioso: "Non bastano sei mesi, ma certo già la prossima primavera vedremo il Paese ripartire, dopo troppo tempo di palude e di stagno". E ancora sull'economia: "La nostra corsa la dobbiamo fare sulla Germania, sul gruppo di testa, e non sul fanalino di coda. Vedo un futuro all’altezza della nostra ambizione", dice il premier.

Sulle voci insistenti di voto anticipato al 2015 Renzi mette le mani avanti: "No. Si vota nel 2018". Davanti al suo governo, dunque, pone un orizzonte di almeno tre anni. E di se stesso dice: "Non penso alla politica come a una condanna a vita, come una professione buona per tutte le stagioni. Penso sia una passione, un servizio e un impegno. Che è a tempo come responsabilità, per cui tra qualche anno mi vedo magari a fare qualcos’altro. Ma prima c’è da cambiare l’Italia.

Cosa vorrei si dicesse di me nei libri di storia? Preferirei che si dicesse nei libri di geografia che l’Italia è tornata sulla mappa".

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