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Renzi "tradito" dalle espressioni. L'ultimo discorso non era sincero

Le Iene hanno fatto analizzare da un esperto il linguaggio del corpo di Renzi durante il discorso a poche ore dal risultato del referendum: "Non credeva a quello che diceva"

Renzi "tradito" dalle espressioni. L'ultimo discorso non era sincero

L'ultimo discorso di Renzi dopo la sconfitta al referendum attirò l'attenzione di molti. Qualcuno lo ha elogiato per la "signorilità" con cui ha lasciato la poltrona da premier a seguito della sconfitta. Dieci minuti malinconici e a tratti pieni d'orgoglio. L'ex premier ha ricordato i suoi successi, ha assicurato che l'Italia è migliore di come l'ha trovata mille giorni fa e tante altre belle parole. Ma era sincero? Non del tutto (guarda il video).

Ieri Le Iene hanno intervistato il dottor Marco Pacori, psicologo psicoterapeuta specializzato in linguaggio del corpo. In sostanza studia cosa dice una persona con le espressioni facciali e la gestualità. Pacori ha analizzato il video del discorso di Matteo Renzi, affermando che più di una volta non è stato sincero. Sia quando ha elogiato le sue riforme, sia quando ha parlato della monoranza Pd.

Il linguaggio del corpo è il prodotto del sistema neuro-psicologico e dunque il suo studio ha un fondamento scientifico. Non è matematica, ma sono ottimi indizi. Per esempio, quando Renzi ha detto che il risultato del referendum era "oltre tutte le attese", si è toccato la giacca. Cosa significa? Era sotto tensione. Poi quando ha parlato della campagna elettorale si è bagnato le labbra con la lingua, dimostrando senso di disagio. Nel corso del suo intevento ha poi chiuso le braccia comunicando di sentirsi tradito (dagli italiani e dalla minoranza Pd).

La parte più interessante, però, arriva verso la fine. Per esempio quando ha detto "viva l'Italia che sceglie", riferendosi all'alta affluenza alle urne, non era del tutto sincero. Con le labbra, infatti, ha espresso disappunto. Poi quando ha parlato dei leader del No, pur rivolgendo loro i "complimenti", arricciando il naso ha trasmesso disprezzo. "Tocca a chi ha vinto", ha detto Renzi, proporre una nuova legge elettorale. E nel farlo ha trattenuto un impercettibile sorriso che nessuno ha notato se non il dottor Pacori.

Ogni volta che parlava di elettori o compagni di partito esprimeva tensione, disturbo, disappunto. Anche citando di Mattarella si è sfregato in naso, "dimostrando" di non apprezzarlo fino in fondo. Mentre affermava di lasciare "la guida del paese con una legge sul terzo settore", con il corpo ha invece comunicato di non considerarla così buona. Lo stesso ha fatto per la legge sulla sicurezza stradale.

"Con la comunicazione non verbale - dice Pacori - contraddice molti punti che esprime a parole. Quindi in realtà quello che dice non è coincidente con quello che mostra con il corpo. È deluso per la mancanza di appoggio del popolo e dei suoi collaboratori". E sui suoi obiettivi di governo "non li ritiene così esaltanti".

"Dice che il Paese è in buone condizioni - conclude Pacori - ma non è del tutto traquilllo".

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