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Roma 2024, bagarre sul voto Coni deve abbandonare l'aula

Tensione in Aula in Campidoglio per il voto su Roma 2024. I rappresentanti del comitato promotore non riescono a parlare in aula e lasciano il Consiglio

Roma 2024, bagarre sul voto Coni deve abbandonare l'aula

Tensione in Aula in Campidoglio per il voto su Roma 2024. Le procedure di voto "prebedono interventi di 2 ore e 30 per le opposizioni e 30 minuti per la maggioranza. Venti minuti di intervento della giunta nella persona del vicesindaco Frongia. Questo senza interventi esterni che non siano consiglieri", ha spiegato il presidente dell'assemblea capitolina Marcello De Vito (M5S). "Avete paura del confronto" protesta Alessandro Onorato. "Chiediamo solo la possibilità di far intervenire persone esterne come avviene normalmente in ogni consiglio straordinario. Volevate fare una casa di vetro, invece prendete ordini da Milano", dice il capogruppo della Lista Marchini. A rappresentare il Comitato promotore c'è Diana Bianchedi. Ma in aula la Bianchedi non ha potuto esporre il dossier sui Giochi e così ha improvvisato una conferenza stampa con i gionalisti nell'area riservata ai cronisti: "In aula avrei voluto far conoscere il dossier a persone che non lo hanno letto. Oggi a loro viene chiesto di votare un dossier di candidatura che oggettivamente non hanno letto".

E con il Coni messo alla porta dai grillini è esplosa la rabbia dell'opposizione: "Volevo pubblicamente scusarmi con i rappresentanti del Coni e dello sport italiano che sono stati umiliati per la seconda volta da questa amministrazione. La prima volta hanno aspettato fuori dalla porta del sindaco mentre lei era pranzo, ora non sarebbe cambiato niente se aveste dato loro la dignità di spiegare (intervenendo in Aula durante il Consiglio straordinario, ndr). Chi si dimostra tanto forte nell’impedire agli altri di parlare e’ tanto debole nelle sue convinzioni" accusa il consigliere Pd ed ex candidato sindaco del centrosinistra, Roberto Giachetti. In aula c'è spazio solo per il no: "Per noi sarebbe stato politicamente e mediaticamente più’ facile dire si’, ma abbiamo deciso di prenderci la responsabilità di non gravare ulteriormente sui romani gia’ sommersi dai debiti della politica, ben sapendo che tutti ci avrebbero attaccato. Abbiamo evitato la mangiatoia", ha affermato sara Seccia, consigliera M5s. "Il no è qualcosa di potente: se ci fossero stati più no a Buzzi e Carminati non ci sarebbe stata Mafia Capitale" dice il 5Stelle Angelo Sturni. Alla fine di una seduta travagliata la mozione per il no è stata approvata a maggioranza. Intanto è giallo sulle dimissioni del Ragioniere generale Stefano Fermante riportate da Repubblica.

Il Campidoglio precisa che in questo momento il Ragioniere resta al suo posto.

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