Politica

Ruby, la Cassazione decide Ultimo scoglio per Berlusconi

Dopo l'assoluzione in appello, il Cavaliere punta al bis. Dubbi sull'ammissibilità del ricorso dei pm

Ruby, la Cassazione decide Ultimo scoglio per Berlusconi

S ulla carta, non dovrebbe esserci partita. Perché la carta - intesa come codice di procedura penale - dice che la Cassazione, anche se l'imputato si chiama Silvio Berlusconi, si deve occupare di diritto e non di fatti. E invano, nelle 61 pagine del ricorso della procura generale di Milano contro l'assoluzione del Cavaliere nel caso Ruby, si cercherebbe una questione di diritto. Le domande sono sempre quelle: Berlusconi costrinse la questura di Milano a rilasciare Ruby quando venne fermata? Berlusconi sapeva che Ruby era minorenne quando la ricevette ad Arcore? I giudici della Corte d'appello di Milano risposero con un secco «no» a entrambe le domande, e per questo assolsero l'imputato.

Sulla carta, dunque, quando oggi la Sesta sezione penale della Cassazione affronterà l'ultima sentenza del caso Ruby, l'ultimo scoglio che l'ex premier deve affrontare per uscire indenne dal caso planetario del bungabunga, dovrebbe essere lo stesso procuratore generale Edoardo Scardaccione a chiedere che il ricorso venga dichiarato inammissibile. E se non lo facesse lui dovrebbero essere la Corte presieduto da Nicola Milo. Ma quando si parla di Berlusconi fare previsioni diventa impossibile, perché ogni passaggio, anche il più banalmente tecnico - e lo si è visto in occasione dello sconto di pena riconosciuto al Cavaliere per la vicenda dei diritti tv - diventa terreno di pressioni, dietrologie e tifoserie. E così ieri la vigilia della sentenza Ruby si affolla di tensioni e speranze. Certo, se la Cassazione annullasse in tutto o in parte l'assoluzione con formula piena disposta il 18 luglio scorso dalla Corte d'appello di Milano, e ordinasse un nuovo processo, la botta per il Cavaliere sarebbe pesante, e rafforzerebbe la sua sensazione di trovarsi nuovamente sotto assedio per via giudiziaria. Ma oggettivamente gli spazi per una decisione in questo senso si presentano assai stretti.

La Cassazione non dovrà, infatti, stabilire cosa accadesse ad Arcore: né dal punto di vista - come dire - etico, e nemmeno da quello processuale. Su questo punto, nonostante i reiterati dinieghi dell'imputato e numerose testimonianze, anche la sentenza che ha assolto Berlusconi ha affermato (e con notevole asprezza di linguaggio) che le «cene eleganti» o le «serate di burlesque» di cui parla il Cavaliere avessero in realtà un «contenuto prostitutivo». Trattandosi di adulti consenzienti, non ci sarebbe comunque reato. L'unico tema rimasto aperto è se alle serate, in tutti i loro risvolti, avesse partecipato anche Kharima el Mahroug, allora minorenne; e se - dettaglio essenziale per poterlo condannare - Berlusconi sapesse che la ragazza aveva solo 17 anni. L'intervento sulla questura, qualche mese dopo, per ottenerne il rilascio sarebbe stato figlio delle necessità di nascondere lo scandalo.

Fatti, dunque, non interpretazioni in punto di diritto. Nel suo ricorso il procuratore generale Piero de Petris torna a sostenere che Berlusconi doveva sapere dell'età di Ruby, perché glielo aveva sicuramente detto Emilio Fede, che a sua volta lo sapeva, avendo incontrato Ruby a un concorso in Sicilia; e «non risulta che Fede fosse affetto da disturbi della memoria». Peccato - nel caso che la Cassazione volesse addentrarsi su questo terreno - che a sostenere l'esatto contrario siano stati, appena un mese fa, giudici non sospettabili di indulgenza verso Berlusconi: quelli della Corte d'appello di Milano che hanno confermato le condanne di Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti come procacciatori delle ragazze per le serate di Arcore. E in una sentenza densa di giudizi crudi sulle feste del Cavaliere scrivono testualmente: «Sembra possibile che Fede, prima del 14 febbraio 2010, avesse cancellato dalla memoria la storia della ragazza di Sant'Alessio.

E non è probabile che in quella occasione Ruby abbia ricordato la sua età». La Cassazione sconfesserà anche loro?

Commenti