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Con il salario minimo M5S la colf costerebbe fino al 230% in più

La proposta dei 5 Stelle per introdurre il salario minimo sarebbe una mazzata per i 2 milioni di famiglie italiane che hanno un collaboratore domestico. Si dovrebbero pagare 1300 euro in più alle colf, 1200 alle baby sitter e così via

Con il salario minimo M5S la colf costerebbe fino al 230% in più

Bella l'idea grillina di proporre il salario minimo garantito di 9 euro l'ora. Bella, ma quante controindicazioni. Come succede quasi sempre con le proposte partorite dal Movimento 5 Stelle, si finisce per non fare i conti con la realtà. Nel caso del salario minimo, in cui Luigi Di Maio ha detto più volte di credere fortemente, ci sono almeno un paio di problemi che finirebbero da un lato per impoverire gli italiani e dall'altro per incentivare il lavoro nero. Per il Corriere della Sera, in Italia sono 860 mila le famiglie con un collaboratore domestico sotto regolare contratto. Ancora di più, circa 1,1 milioni, quelle che impiegano personale in nero.

Se passasse la proposta grillina del salario minimo di 9 euro l'ora, in certi casi lo stipendio dei collaboratori domestici salirebbe anche del 230%. Una mazzata per le famiglie già messe a dura prova da una situazione economica difficile. La stima è di Assindatcolf, l'associazione delle famiglie datrici di lavoro. Per una colf convivente, andrebbero aggiunti allo stipendio medio attuale altri 1.300 euro; per una baby sitter 1.230 euro, 1.120 per una badante. Il tutto per arrivare ai 2.100 euro mensili che consentirebbero una paga oraria di 9 euro, con aumenti di stipendio fino a oltre due volte: un salasso per le famiglie italiane.

Questo per i collaboratori domestici conviventi. Invece, per quanto riguarda le colf impegnate a ore, i maggiori oneri per le famiglie rimangono tutt'altro che trascurabili. Si va dal 10 per cento di aumento per un badante con formazione ad hoc al raddoppio della paga per il collaboratore domestici inquadrato ai livelli più bassi. Con il risultato - per le colf conviventi e non - di incoraggiare il lavoro nero determinando così minori introiti per lo Stato. Anche per il vicepresidente di Assindatcolf, Andrea Zini, "l’imposizione del salario minimo al nostro settore vorrebbe dire spingere al nero molte famiglie che non potrebbero più permettersi un dipendente regolare. Oggi sono irregolari sei lavoratori su dieci. Domani potrebbero sfiorare la totalità". Chissà cosa ne pensa il presidente della Camera, Roberto Fico,

html" data-ga4-click-event-target="internal">pizzicato dalle Iene a impiegare una colf in nero nella casa della compagna Yvonne.

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