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Salvini: "Altri tre no 5s e cambia tutto. I grillini già governano col Pd"

Salvini manda un avvertimento serio ai Cinque Stelle e minaccia la crisi di governo se da Di Maio dovessero arrivare altri "no"

Salvini: "Altri tre no 5s e cambia tutto. I grillini già governano col Pd"

Matteo Salvini adesso manda un messaggio chiaro ai Cinque Stelle. Il vicepremier molto probabilmente andrà a riferire in Aula sul caso dei presunti fondi russi, ma di fatto non accetta il gioco all'assedio voluto dagli alleati di governo. E così in un'intervista al Corriere e a Repubblica mette le cose in chiaro: "Io non credo alle finestre e non credo che restino solo due o tre giorni. Dieci? Neanche, non è così stretta. Poi c’è l’autonomia, la riforma della giustizia, la manovra. Con questi tre passi vado avanti, con tre no cambia tutto". Poi, sempre Salvini, rincara la dose e di fatto mette nel mirino i 5 Stelle anche per il voto favorevole alla nomina della Von der Leyen alla Commissione Ue. Un voto quello dei grillini che ha mandato su tutte le furie il Carroccio. E così adesso Salvini avvisa: "È una scelta dei 5 Stelle, le cose o si fanno o non si fanno. Mi auguro che il loro voto a Merkel e Macron non significhi una manovra alla Monti. Il buongiorno si vede dal mattino e io non so se Ursula von der Leyen sta lì che aspetta di fare crescere l’Italia. Fra qualche mese chiederemo conto a chi l’ha votata, perchè avremmo potuto cambiare la storia". A questo punto arriva l'affondo e nel mirino finisce direttamente il premier Conte: "Mi chiedo cosa mai debba riferire Conte sulla Russia. D’altronde lui ribadisce ogni giorno che è il presidente del Consiglio. Chi l’ha mai messo in dubbio? Io non mi alzo la mattina dicendo ’Matteo sei il ministro dell’Interno, accidenti!’. Detto questo ci andrò in Parlamento, a ribadire quello che ho sempre detto".

E di fatto il vicepremier parla anche dell'inchiesta e si dice "tranquillo": "Allora faremo una conferenza internazionale. Se c’è una inchiesta possono cercare quello che vogliono, ma non trovano un euro, un dollaro, nulla. Trovano sicuramente - aggiunge - la convinzione che i rapporti con la Russia siano fondamentali, che Putin sia un grande uomo di Stato e che le sanzioni siano sbagliate. Non c’è nessun presunto finanziamento. Se da due anni stanno dietro a Trump, senza trovare nulla, figuriamoci se non se la prendono con me". Infine il titolare del Viminale torna a parlare di un tema caldo come quello dei campi rom e manda un avvertimento ai sindaci rossi che si oppongono al censimento: "È grave che alcuni sindaci di sinistra si oppongano al censimento delle presenze nei campi rom, 'regolari' o abusivi, visto che per queste realtà vengono spesi (quasi sempre male) milioni di euro di fondi pubblici al mese. Ritengo sia dovere del ministro e diritto degli italiani sapere chi in queste realtà vive di illegalità, manda i figli a scuola, ha un lavoro, paga le tasse o campa alle spalle del prossimo". Insomma Salvini si gioca la sua partita. Lui contro tutti. E ora i venti di crisi sull'esecutivo cominciano a soffiare forte. All'orizzonte c'è la manovra. Ultimo banco di prova per la tenuta di questo esecutivo. Infine, ad acuire ulteriormente lo scontro ormai alle stelle è l'affondo del ministro degli Interni che tornando sul voto di Pd e M5s alla Von der Leyen ha affermanto: "Cinquestelle e Pd? Da due giorni sono già al governo insieme, per ora a Bruxelles. Tradendo il voto degli Italiani che volevano il cambiamento, i grillini hanno votato il Presidente della nuova Comissione Europea, proposto da Merkel e Macron, insieme a Renzi e Berlusconi. Una scelta gravissima, altro che democrazia e trasparenza". La crisi ormai è dietro l'angolo..

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