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Salvini e Meloni rilanciano: ora urne a ogni costo

Lega e Fdi chiedono elezioni entro l'autunno: «Basta perdere tempo, la legislatura è già finita»

Salvini e Meloni rilanciano: ora urne a ogni costo

Roma - E Salvini scoprì l'acqua calda. A 48 ore dal blitz che ha affossato la legge elettorale, il leader della Lega Nord torna a fare i conti col Parlamento che nulla produce se non inutile bagarre. Così promette di smetterla di fare accordi coi poltronari. Annota preoccupato: «Questo Parlamento non è più in grado di votare alcunché. Litiga su tutto: vaccini, legittima difesa, immigrati, tasse e ora anche sulla legge elettorale, inaudito, non possiamo perdere altri sei mesi di menate sulla legge elettorale». La pecetta auspicata da Salvini è un semplice accorgimento tecnico, un (per ora improbabile) decreto per sistemare le leggi elettorali tra Camera e Senato. «Siamo pronti a votare anche a Ferragosto un decreto che uniformi la legge su Camera e Senato in base a quello che aveva stabilito recentemente la Consulta - dichiara Salvini -. Così, giusto per non assecondare chi tira a campare, quelli che vogliono portare a casa lo stipendio per qualche mese. Poi, però, tutti a votare perché è impensabile rimettersi al tavolo con chi ha tradito la fiducia degli italiani. Quanto a Renzi, Berlusconi e Grillo spero la smettano di sentirsi, vedersi e amoreggiare».

Anche per la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni (che con l'entrata del grillino romano Paolo Pace ha appena aperto la campagna acquisti d'estate) serve non perdere altro tempo e andare a votare entro l'autunno. Facile a dirsi. «Avevano paura che ridare la parola ai cittadini portasse instabilità - scrive su Facebook - Così facendo questi inciucisti incapaci hanno portato solo il caos. Ora ci appelliamo a Mattarella affinché non prolunghi un minuto di più lo spettacolo indegno di questa legislatura». Per la Meloni al voto ad ogni costo, anche se la legislatura dovesse arrivare al termine. «Però il vero tema è un altro: penso che i partiti dicano una cosa, ma poi ne vogliano un'altra. Perché se Renzi, Salvini e Grillo dichiarano di essere favorevoli alle preferenze e in questa legge elettorale le preferenze non ci sono, o sono tutti sotto ricatto di Berlusconi, oppure in realtà non le vogliono». E a proposito dei grillini, aggiunge: «Siamo fieri che grazie alla battaglia di Fratelli d'Italia contro le liste bloccate e i parlamentari nominati il M5s sia stato costretto a mettere in discussione la sua posizione di sostegno a questa pessima legge elettorale.

Ora chiediamo a loro di andare fino in fondo e di dire che se non ci saranno le preferenze non voteranno la legge elettorale, altrimenti significa che stanno continuando a prendere in giro gli italiani».

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