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La frenata di Salvini sul nome caldo per il Colle: "Eletto col Pd..."

Il leader della Lega si mette di traverso alla carta Casini: "È proposto dalla sinistra". Tajani ottimista: "È tramontata l'ipotesi di un candidato di centrosinistra"

La frenata di Salvini sul nome caldo per il Colle: "Eletto col Pd..."

Da parte di Matteo Salvini è arrivata una netta frenata sull'ipotesi di sostenere la candidatura di Pier Ferdinando Casini come prossimo presidente della Repubblica. Il leader della Lega ha fatto notare che l'ex presidente della Camera "è proposto dalla sinistra ed è stato eletto con il Partito democratico". Dunque il segretario del Carroccio ritiene che la figura di Casini sia riconducibile alla sinistra e di conseguenza non accettabile dallo schieramento di centrodestra, che invece continua a sperare di eleggere al Quirinale un profilo con le radici nella propria area politica.

È in corso un vertice di coalizione per stabilire le mosse in vista della quarta votazione di oggi. Dal suo canto Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, ha fatto notare che "anche un candidato di centrosinistra è ipotesi tramontata". Di fatto ha respinto al mittente la narrazione secondo cui sarà il centrodestra a uscire sconfitto dalla partita per il Colle. "Ho illustrato al presidente Berlusconi la situazione, valuteremo...", ha fatto sapere Tajani.

La carta Casini

Sullo sfondo resta sempre l'opzione Casini. Per Andrea Marcucci, senatore del Pd, quello dell'ex presidente della Camera potrebbe rappresentare il profilo in grado di mettere d'accordo i partiti che sostengono il governo: "Casini è sicuramente un punto di incontro possibile. Sappiamo dalla prima votazione che serve un nome super partes che garantisca l'unità nazionale".

Ma va considerata la posizione del Movimento 5 Stelle, che non ha perso occasione per dimostrare ancora una volta di essere spaccato in molteplici correnti. Nella serata di ieri, quando il nome di Casini circolava con insistenza, fonti del M5S hanno lanciato un durissimo avvertimento minacciando di uscire dal governo: "Se Pd, Italia Viva e centrodestra vogliono votare Pier Ferdinando Casini lo facciano pure ma si preparino a sostenere da solo il governo. Noi andremo all'opposizione". Toni altissimi ridimensionati poco più tardi con una smentita: "È destituito di ogni fondamento qualsiasi riferimento o commento del M5S a nomi di possibili candidati al Quirinale. Il Movimento sta dialogando per una soluzione condivisa".

Un giudizio critico si è registrato anche tra le fila di Fratelli d'Italia, ovviamente in attesa di una presa di posizione ufficiale da parte del partito guidato da Giorgia Meloni. Daniela Santanchè, ospite di Non è l'arena su La7, ha detto a chiare lettere che la carta Casini non entusiasma affatto: "Casini è stato eletto nel Pd, non votiamo un candidato del Pd. Noi vogliamo votare un candidato del centrodestra".

Il centrodestra ha presentato una terna di nomi composta da Marcello

Pera, Letizia Moratti e Carlo Nordio. Una rosa prontamente respinta dal fronte giallorosso. Allo stato attuale un accordo comune sembra essere in salita, ma l'ipotesi Casini potrebbe portare alla fumata bianca a stretto giro.

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