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Salvini: "Grato a Berlusconi, ma Forza Italia cambi classe dirigente"

Il leader del Carroccio pronto a togliere l'appoggio pure a Lettieri a Napoli. "Io leader del centrodestra nel 2018? Deciderà il popolo"

Salvini: "Grato a Berlusconi, ma Forza Italia cambi classe dirigente"

Roma, poi Torino. E adesso Napoli. Dopo aver dato la spallata a Guido Bertolaso e voltato le spalle a Osvaldo Napoli, Matteo Salvini mette in dubbio pure Gianni Lettieri. "Devo sentire i miei di Napoli...", mette le mani avanti. Di una cosa è certo. Difficilmente sosterrà Clemente Mastella a Benevento. Aldilà delle elezioni comunali il leader della Lega Nord punta alla leadership del centrodestra. I toni e gli ultimata sono pensati proprio in questo senso. Così dice di volere uno schieramento che "guardi avanti e non al passato".

"Non ho nulla contro Silvio Berlusconi, a cui sono grato per quello che ha fatto e per quello che farà, però penso e spero - si affretta a dire - che Forza Italia debba cambiare un po' di classe dirigente". Poi aggiunge: "Centrodestra e centrosinistra sono categorie vecchie in tutta Europa e lo stesso Trump negli Stati Uniti ci dice che si deve andare verso nuove forme di partecipazione. Siccome sono un 'ragazzotto', come dice qualcuno (l'allusione è a Umberto Bossi che avrebbe preferito Bertolaso a Roma, ndr), io guardo avanti". A chi, quindi, gli chiede della "foto di Bologna" che aveva visto i leader del centrodestra uniti sul palco, risponde sorridendo: "Eravamo belli tutti e tre". Il suo orizzonte sono le prossime politiche. Ma rimette la decisione al popolo. "Chi sarà il candidato del centrodestra nel 2018 - dice - lo decideranno gli Italiani ma. Secondo me, però, non si vota nel 2018 - aggiunge - Renzi non va oltre il 2017, perché purtroppo l'economia in Italia lo sta condannando".

Salvini, insomma, tira dritto. Per il momento non si cura nemmeno dei mal di pancia che montano all'interno della Lega Nord. Ascoltare, ma poi decidere. È questo l'insegnamento che il segretario lumbard ha detto di aver appreso da Bossi ed è lo stesso insegnamento che ricorda al fondatore della Lega dopo i "rimproveri" per aver scelto di non sostenere la candidatura di Bertolaso. "Bossi, lo ascolto sempre perchè da lui ho imparato tanto, tutto - dice - ma mi ha insegnato ad ascoltare tutti e poi a decidere con la mia testa, io decido con la mia testa e Bertolaso non è il miglior candidato possibile per Roma". Con Giorgia Meloni conta di arrivare al ballottaggio.

"Lo scopriremo a giugno - conclude - è il nostro esordio in assoluto mi interesserebbe vincere e portare dei leghisti in Consiglio comunale".

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