Politica

"Salvini in moschea": ma il leader del Carroccio attacca gli islamici

Gli islamici milanesi pubblicano una foto con Matteo Salvini fotografato in moschea a Milano con alcuni leader musulmani. Lui si infuria: "Non chiedevo voti, è uno scatto di 15 anni fa"

Matteo Salvini (secondo da sinistra)  in moschea a Milano nel 2001
Matteo Salvini (secondo da sinistra) in moschea a Milano nel 2001

C'è stato un tempo in cui Matteo Salvini entrava in moschea. E veniva fotografato persino in una moschea abusiva, al fianco di leader islamici che forse oggi chiamerebbe "radicali".

Ha aperto un piccolo caso politico, la foto postata su Facebook dal coordinatore del Caim Davide Piccardo, voce fra le più note della comunità islamica milanese: uno scatto che ritrae un giovane Matteo Salvini, incravattato e sbarbato, mentre prende la parola nella moschea di via Padova a Milano.

Intorno a lui, spiegano dal Caim, Gueddouda Boubaker, oggi parlamentare algerino per un partito islamico, Abdelwahab Ciccarello, dirigente di Islamic Relief e Abdullah Tchina, imam di via Padova. Persone che secondo Piccardo oggi Salvini si guarderebbe bene dall'incontrare, occupato ad "abbattere le moschee abusive con la ruspa."

Il dirigente del Caim, peraltro, utilizza la foto, a dirla con un collegamento un po' forzato, per attaccare le critiche del Giornale contro la candidatura di Sumaya Abdel Qader - come se una vecchia foto di Salvini accanto a figure di spicco della comunità islamica fosse incompatibile con le obiezioni a una candidatura ritenuta inopportuna.

Piccardo, infine, conclude la propria stoccata con una frase velenosa che manda su tutte le furie il segretario del Carroccio: "Salvini era in campagna elettorale e chiedeva voti."

Il diretto interessato, dal canto suo, non perde tempo a smentire e oggi sul Corriere della Sera spiega: "Che idiozia, la foto è di 15 anni fa. Ero stato invitato con la commissione Sicurezza.

Vado anche in campi rom ma non a chiedere voti."

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