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Salvini: "No al rigore, è meglio tagliare le tasse"

Il vicepremier incontra oggi Tria "per concordare la risposta". Fi: la Ue commissarierà i conti

Salvini: "No al rigore, è meglio tagliare le tasse"

Roma - Il vicepremier Matteo Salvini promette di rispondere in modo «cortese e puntuale» a Bruxelles ma se l'indicazione è quella di aumentare le tasse la risposta è no. E in una diretta Facebook annuncia, quasi con toni da premier: «Incontreremo domani (oggi per chi legge, ndr) il ministro dell'Economia per coordinare la risposta all'Europa». E lo stesso Tria ieri ha incontrato i sottosegretari leghisti Giorgetti e Garavaglia.

La linea di Salvini è netta: non faremo tagli, non aumenteremo la pressione fiscale perché è inutile. «Il rigore ha fallito: negli anni del governo del salvatore Mario Monti e del rispetto dei parametri il debito è salito di 300 miliardi», osserva il vicepremier che giudica i vincoli di bilancio da rispettare «parametri vecchi», superati che hanno fatto male all'Italia. Il ministro dell'Interno invece vuole mettere «al centro del dibattito la disoccupazione, non il deficit, il debito, lo spread». Al centro ci deve essere il lavoro. Per il leader del Carroccio «l'unico modo per far scendere il debito è far lavorare gli italiani e dunque occorre tagliare le tasse». Dove prender i soldi? «Il debito è salito al ritmo di 60 miliardi all'anno - dice - Noi ne mettiamo 30 per la riduzione delle tasse alle imprese e alle famiglie».

Si dice molto preoccupato invece Renato Brunetta, deputato e responsabile economico di Fi, che vede inevitabile l'aumento dell'Iva. L'azzurro sottolinea che la lettera firmata dal vicepresidente Valdis Dombrovskis e dal commissario agli Affari finanziari Pierre Moscovici, rileva che l'Italia non ha fatto sufficienti progressi per rispettare la regola del debito nel 2018. In sostanza Bruxelles, per Brunetta «ha quindi deciso di aprire una procedura di infrazione per debito eccessivo contro il nostro Paese, per la prima volta dalla formazione dell'Unione». Una procedura che «comporterebbe il commissariamento dei conti pubblici italiani per i prossimi anni, che dovrebbero essere sottoposti ad un rigoroso piano di rientro». La politica economica di questo governo insomma costerà caro ai cittadini italiani. C'è un solo modo, prosegue Brunetta per poter evitare la procedura: il governo deve seguire alla lettera le raccomandazioni che la Commissione pubblicherà la prossima settimana «nelle quali sarà molto probabilmente contenuta la richiesta di effettuare una manovra correttiva da 3,5 miliardi entro la fine di luglio e di aumentare l'Iva nella prossima Legge di bilancio, per rispettare gli obiettivi di deficit concordati con Bruxelles». Quello di Bruxelles dice Brunetta è un aut-aut: «o ci pensa l'Italia a sistemare i conti o ci penserà direttamente la Troika».

Per la leader di Fdi, Giorgia Meloni, Bruxelles dovrebbe invece mandare una «lettera di scuse al popolo italiano per le politiche disastrose degli ultimi 5 anni», causa di disoccupazione e miseria.

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