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Salvini risponde all'Ue: "La lettera di richiamo? Non a ricette del passato"

Salvini non le manda a dire e prepara le contromosse dopo la lettera Ue: "Non abbiamo bisogno di soldi degli altri Paesi"

Salvini risponde all'Ue: "La lettera di richiamo? Non a ricette del passato"

La stangata ormai è arrivata. L'Ue ha usato il pugno di ferro. La procedura d'infrazione ormai è alle porte. Le raccomandazioni di Bruxelles di fatto mettono nel mirino uno dei pilastri della manovra varata dal governo gialloverde: quota 100. Bruxelles ci chiede di fatto di annullare la riforma pensinistica e di aumentare ancora una volta l'età pensionabile che non goderbbe più dello scivolo previsto dalla riforma di Salvini. Ed è proprio il vicepremier nel corso di un comizio a rispondere per le rime alla Commissione Ue: "Il dibattito sui giornali in questi giorni è incredibile: ’Ma l’Europa vi manda la lettera, l’Europa richiama, l’Europa vigila...’. Noi non vogliamo andare in Europa a chiedere i soldi degli altri. Non abbiamo bisogno dei soldi degli spagnoli, dei tedeschi e dei francesi. Noi vogliamo andare in Europa a chiedere la dignità e il diritto al lavoro per gli italiani, usare per gli italiani i soldi degli italiani. Non abbiamo bisogno di altri che ci paghino il debito. Ma se gli italiani non lavorano il debito cresce".

Poi dal palco di Ascoli Piceno, Salvini rincara la dose: "Non ci vuole uno scienziato per capirlo basta guardare quello che si è fatto negli ultimi dieci anni: taglia, taglia, taglia; e il debito cresce. Dobbiamo fare il contrario altrimenti non puoi assumere poliziotti, medici e giudici. È il momento di riaprire, ricostruire". Poi rilancia la riforma fiscale: "L’unico modo per ridurre il debito creato in passato è tagliare le tasse (Flat tax) e permettere agli italiani di lavorare di più e meglio. Con i tagli, le sanzioni e l’austerità sono cresciuti debito, povertà, precarietà e disoccupazione, dobbiamo fare il contrario. Non chiediamo i soldi degli altri, vogliamo solo investire in lavoro, crescita, ricerca e infrastrutture". Insomma a quanto pare all'orizzonte c'è un braccio di ferro durissimo tra il governo e la Comissione. La data chiave è quella del prossimo 9 luglio. All'Ecofin potrebbe essere ufficializzata la procedura di infrazione. Intanto il governo dovrà trovare le contromisure per evitare il peggio..

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