Cronache

Lo scandalo del violentatore impunito

Fa discutere il gip che libera il gambiano. E crea precedenti pericolosi

Lo scandalo del violentatore impunito

Ragusa - «Stupra una donna, arriva a spaccarle la faccia per non farla denunciare e può starsene a piede libero?». Se lo sono chiesto in molti ieri, dopo avere appreso la notizia della lieve misura cautelare decisa dal giudice per le indagini preliminari di Ragusa a carico di un mediatore culturale gambiano, A.S. 26 anni (sono state rese note solo le iniziali), che a maggio aveva violentato una richiedente asilo nella struttura iblea che la ospitava e in cui lui lavorava quale figura di riferimento per facilitare l'integrazione culturale degli immigrati.

L'aveva minacciata di morte perché non parlasse e, non pago, il giorno successivo si era riavvicinato a lei accusandola di aver violato una regola della struttura, finendo poi con il fratturarle le ossa nasali, la mascella e uno zigomo perché si era difesa minacciando di dire alle forze dell'ordine cosa le aveva fatto. C'è voluto del tempo per rintracciare il 26enne, che non lavora più nella struttura e aveva fatto perdere le proprie tracce. Gli uomini della Squadra mobile di Ragusa, operando con l'Ufficio immigrazione della questura, lo hanno individuato venerdì scorso dopo non poche difficoltà: ed eccolo a piede libero. Sì, perché per lui non si sono aperte le porte di nessun carcere, e nemmeno i domiciliari, ma è stato deciso il divieto di avvicinamento alla vittima e l'obbligo di dimora nel comune della provincia di Ragusa in cui abita.

La notizia ha fatto indignare i cittadini, ma dov'è la politica? Quella che si indigna se uno straniero abusa di una donna italiana? Quella che scende in piazza per proclamare presunti diritti violati agli immigrati e che latita quando, com'è avvenuto a Ragusa, la vittima violata nel corpo e nell'anima da uno straniero è una donna immigrata? Quali sono le attenuanti? Perché un uomo che violenta una donna e le spacca le ossa del volto può starsene a piede libero?

Sul caso è intervenuto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che ha chiesto per il colpevole «carcere duro ed espulsione» ricordando al presidente della Camera, Roberto Fico, e ai buonisti di questi ultimi anni che con certi soggetti non basta parlare: «Altro che risolvere il problema con amore, gessetti, girotondi o sorrisi» ha detto. E la presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni ha chiesto «tolleranza zero, anche in difesa delle donne africane». Ma tutti gli altri? La notizia ha fatto male evidentemente solo ai cittadini e anche ad alcuni addetti ai lavori. «Questa è la nostra giustizia commenta un poliziotto -. Ci si affanna per arrestare delinquenti e il giorno dopo chi si è macchiato di un reato viene liberato. Per questo mediatore culturale si è pure saltato il passaggio dell'arresto e di conseguenza non c'è stata nemmeno una notte, macché dico, un'ora, in carcere.

Perché c'è stata solo la lieve misura cautelare decisa dal magistrato?».

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