Politica internazionale

Schiaffo alla sinistra. La democratica Pelosi promuove la Meloni: "Sta andando bene"

La speaker emerita della Camera Usa elogia la premier, altro che polemiche sui gay insinuate dalla sinistra e già smentite: "Ha fatto a tutti un'ottima impressione durante la sua visita a Washington"

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«È molto brava, nella sua visita a Washington ha fatto a tutti un'ottima impressione». In particolare, «per la sua cautela verso la Cina, la sua collaborazione con l'Unione europea, le sue posizioni sull'Ucraina». A parlare è la speaker emerita della Camera dei rappresentanti Usa, Nancy Pelosi, icona dei Dem Usa, simbolo della resistenza liberal al Partito repubblicano versione Trump, idolo della Sinistra italiana. Oggetto dei complimenti, la premier Giorgia Meloni, che la medesima sinistra italiana e certa stampa continuano a dipingere all'estero come un pericolo per la democrazia. Una conferma dell'intelligenza politica di Pelosi e, per chi ancora non se n'è fatta una ragione, del solido legame costruito dalla premier con l'Amministrazione democratica di Joe Biden e, più in generale, del rapporto di fiducia che è stato ricostruito con gli Stati Uniti, dopo le sbandate filo cinesi e filo russe dei Governi Conte. Pelosi, che aveva incontrato personalmente Meloni a Washington, in occasione della visita della premier al Congresso Usa, ha pronunciato i suoi complimenti alla presidente del Consiglio a Venezia, in occasione della Mostra del cinema, ospite d'onore di un premio internazionale. Interlocutori, i giornalisti di quattro testate italiane. Due delle quali (Repubblica e La Stampa) non hanno potuto fare a meno di tentare di ridimensionare la portata delle parole della madre nobile dei Dem Usa, mettendo l'accento sulle presunte riserve che Pelosi avrebbe nei confronti di Meloni sul fronte dei diritti Lgbtq+. Di fatto, un non argomento, visto che in Italia nessuno ha riportato indietro la lancetta dei diritti acquisiti. Eppure, anche in occasione del faccia a faccia alla Casa Bianca tra Biden e Meloni, si tentò di gettare un'ombra sul successo della visita, sollevando il tema di un presunto richiamo fatto dal presidente Usa alla premier, proprio sul fronte dei diritti Lgbtq+. Un tema che di fatto non venne affrontato nel colloquio all'interno dello Studio Ovale. A smentire il retroscena, tutto italiano, ci pensò lo stesso Biden, facendo pubblicare il giorno dopo sul suo profilo Twitter un video celebrativo dell'incontro con la presidente del Consiglio, mentre da noi, a sinistra, già montava l'ennesima polemica.

Del resto, i consensi bipartisan di cui gode Meloni negli Usa sono un fatto. Le lodi dello speaker repubblicano della Camera, Kevin McCarthy, in occasione della visita a Washington, erano state precedute, qualche settimana prima, da quelle del deputato democratico Jimmy Panetta. «Meloni sta superando le aspettative Usa», disse al Giornale il figlio di Leon Panetta, direttore della Cia e capo del Pentagono con Barack Obama, che aveva incontrato la premier a Roma in occasione della visita di una delegazione parlamentare Usa, guidata dallo stesso McCarthy. É la conferma che Meloni, al di là della naturale comunanza ideale con i Conservatori americani, ha saputo impostare il rapporto con Washington andando oltre l'affiliazione politica. A differenza di quanto fatto dal Pd nei suoi anni di governo, con vari premier e ministri (la lista è lunga) che si abbandonavano al tifo di partito per il candidato Democratico di turno, incuranti dei danni che avrebbero potuto produrre sul fronte dei rapporti bilaterali con Washington. Ne è un esempio la freddezza con la quale l'amministrazione Trump trattò l'Italia, memore delle sbandate e dei governi a trazione Pd per Obama e Hillary Clinton. O la freddezza con la quale la stessa amministrazione Biden ha trattato inizialmente il nostro Paese, memore della troppa vicinanza del tycoon a 'Giuseppi' e al suo governo giallorosso. Inquinare il rapporto con gli Usa con la politica o le polemiche di partito non paga, nemmeno in termini di riconoscimenti personali. Prenda nota Elly Schlein, che ama sempre ricordare la sua partecipazione come volontaria alle campagne di Barack Obama. Il giorno della sua elezione alla guida del Pd, il Giornale inviò una richiesta di commento all'ufficio dell'ex presidente.

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