Politica

Scoperto il piano segreto dell'Isis per uccidere la regina Elisabetta

Un ordigno come quello usato alla maratona di Boston doveva esplodere a Ferragosto al passaggio della sovrana

Sognano una strage come quella della maratona di Boston. Ma puntano molto più in alto. La pentola a pressione infarcita di chiodi ed esplosivo, nuovo simbolo del terrore fai-da-te ispirato dallo Stato Islamico, stavolta punta a far scorrere prezioso sangue blu. Un rudimentale, ma micidiale ordigno sarebbe pronto a dilaniare la regina Elisabetta d'Inghilterra, il Duca di Edimburgo e i reduci attesi a Londra sabato 15 agosto per l'anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale. Il piano, attribuito allo Stato Islamico e rivelato dall'edizione domenicale del tabloid britannico Daily Mail , ha anche un risvolto italiano. Secondo alcune fonti d' intelligence l'attentato, progettato in Siria dai «militanti» dello Stato Islamico provenienti dall'Inghilterra, prevede l'entrata in azione di «rinforzi» sbarcati sul continente grazie ai barconi di clandestini partiti dalla Libia. Rinforzi approdati in Italia e arrivati in Inghilterra mescolandosi ai profughi in arrivo da Calais. Proprio per questo «unità delle forze speciali britanniche sono schierate a Calais e a Dover per controllare i migranti e catturare gli eventuali terroristi dello Stato Islamico in procinto d'entrare in Inghilterra». Sul fronte londinese l'allarme generato dalle indiscrezioni sull'imminente attacco alla Regina non sarebbe, secondo il quotidiano, ancora rientrato. L'intelligence britannica è stata allertata dopo l'intercettazione di alcune comunicazioni in cui venivano formulate «minacce specifiche» contro la sovrana. A tutt'oggi non sarebbe però ancora stato messo a segno alcun arresto. Così mentre la polizia e gli 007 dell' MI5 cercando d' individuare menti e possibili esecutori del progetto i comandanti dell' «SO14» e dell' «SO1Special Protection» - le unità di Scotland Yard responsabili della protezione della Casa Reale e del Primo Ministro - lavorano freneticamente per garantire la sicurezza di Elisabetta e delle migliaia di reduci attesi nel cuore di una Londra super affollata e ultra controllata. Le celebrazioni - che Elisabetta non vuole disertare a nessun costo - prevedono la partecipazione del Duca di Edimburgo, veterano della guerra nel Pacifico, e si snoderanno in diretta televisiva da Trafalgar Square fino a Whitehall e all'abbazia Westminster. Una coreografia perfetta per un attentato che verrebbe immediatamente ritrasmesso da tutte le catene mondiali garantendo allo Stato Islamico una pubblicità paragonabile a quella ottenuta da Al Qaida con l'11 settembre. Dopo l'attacco alle spiagge tunisine costato la vita a molti inglesi il premier David Cameron aveva accennato a «serie minacce» sul suolo inglese. Il progettato attentato - se effettivamente attribuibile allo Stato islamico - segnerebbe una svolta nell'attività di un'organizzazione terroristica che - a differenza di Al Qaida - non ha mai organizzato vere e proprie cellule incaricate di colpire in Europa e Stati Uniti, ma si è limitato ad ispirare i propri seguaci già presenti in Occidente. La svolta sarebbe stata decisa dai capi dell'influente «brigata britannica», formata da quasi un migliaio volontari originari del Regno Unito. Alcuni di questi comandanti sarebbero convinti della necessità di colpire al cuore Londra e per questo avrebbero convinto alcune potenziali reclute a non raggiungere i fronti siriani per dedicarsi piuttosto alla progettazione dell'attentato. Anche l'incriminazione del predicatore radicale Anjem Choudary con l'accusa d'incitamento al sostegno dello Stato Islamico - annunciata dalla procura generale di Londra il 5 agosto - potrebbe essere legata all'allarme.

Secondo Sue Hemming, direttrice dell'unità antiterrorismo della procura, Choudary, 48 anni, è stato incriminato proprio a seguito delle «sufficienti prove» emerse in merito ai suoi legami con lo Stato Islamico.

Commenti