Politica

Scudo per salvare la Raggi e far dimenticare l'inchiesta

Interrogatorio rinviato per l'ok al bilancio

Scudo per salvare la Raggi e far dimenticare l'inchiesta

Roma - «Ricomincio da tre». Frasario essenziale dalla pancia del M5S. Per far dimenticare quello che gli elettori grillini hanno già dimenticato: l'inchiesta che coinvolge Virginia Raggi, sindaca di Roma. E per arrivare «al 40%, che non è una sparata, ma l'obiettivo che sappiano di poter raggiungere alle prossime elezioni». Il cittadino deputato spiega il concetto scandendo i punti: «Primo: non fare più di due mandati, il che non significa dieci anni. Al secondo, giro quando cade la legislatura, te ne vai a casa. Secondo: essere iscritti al Movimento. Terzo: essere incensurati». In fondo è come la regola del fuorigioco. «Non la conosco, mai seguito il calcio, quelli guadagnano 5mila euro al mese per divertirsi». No, almeno di calcio il deputato è davvero digiuno: quelli erano i quattrini che un difensore guadagnava all'Empoli, in serie B. «Comunque lavora, fallo di squadra, segui queste tre regole e vedrai che la gente ti segue e il Movimento cresce. Dove le cose non vanno è perché c'è troppa litigiosità, i ragazzi si stanno a scannare sui cavilli. Un cavillo dopo l'altro e magari perdi di vista le tre regole fondamentali. Il che non sarebbe poi così grave, perché quel che è fondamentale è non perdere mai di vista quello che chiede la gente, disperata».

Fase due, anticipata pure la settimana scorsa da Carlo Freccero, consigliere d'amministrazione Rai, non iscritto al M5S (regola base due), ma ascoltato dai vertici come dalla base. La regola «dell'ora e subito» in verità non è nuova, ma in questi giorni è decollata. Blog delle stelle, ieri: qual è il post più commentato? Quello con un titolo che lascia pochi dubbi: «120 euro in più per un nuovo contatore inutile». Nel primo pomeriggio di ieri ha 223 commenti, 75 in più rispetto al secondo classificato: come fare ricorso per essere risarciti dalle banche popolari venete. Dalla base al Palazzo, spiega ancora il deputato: «Non importa come finirà con Virginia Raggi, lei era in buona fede, ha trovato un sacco di zozzoni come Marra, ma li ha trovati e ora è grazie al Movimento che questi, dopo vent'anni, si toglieranno dai piedi». Il resto conta poco: «Sì, è probabile che Virginia venga rinviata a giudizio, ma si saprà dopo l'interrogatorio, una volta approvato il bilancio del Comune di Roma (l'ok è arrivato ieri sera). È per questo che l'incontro con i magistrati è stato posticipato, come richiesto dall'avvocato della sindaca. Alla gente cosa vuoi che importi di un rinvio a giudizio: chiedono una città più pulita, autobus che non si fermino in mezzo alla strada, una metropolitana che non si fermi due giorni su sette. Noi la gente la ascoltiamo». Ed è forse questa la cosa che Grillo non si stancherà mai di ripetere: «Qualunque manifestazione ci sia davanti a Montecitorio io esco e sento cosa hanno da dire, sempre». Lo faceva anche la consigliera Virginia Raggi davanti al Campidoglio. Ascoltava i lavoratori di Uber, i nemici giurati dei tassisti romani. E poi i tassisti romani. Alla fine ha scelto i secondi.

Dopo averli ascoltati e contati.

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