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Se anche il governo Renzi manteneva la brigatista Saraceni

Non solo reddito di cittadinanza. La brigatista Federica Saraceni, condannata per l'omicidio del giurista Massimo D'Antona, percepiva un sussidio - il reddito di inclusione - già ai tempi del governo Renzi

Se anche il governo Renzi manteneva la brigatista Saraceni

Da qualche giorno Federica Saraceni, la brigatista condannata per avere ucciso il giuslavorista Massimo D'Antona, è balzata agli onori delle cronache per il fatto di percepire 623 euro al mese di reddito di cittadinanza. Ma non è la prima volta che Saraceni riceve un sussidio economico da parte dello Stato. Infatti, come riporta La Verità, il padre della terrorista, l'ex toga rossa Luigi Saraceni, ha detto che "mia figlia, prima di percepire il reddito di cittadinanza, percepiva quello di inclusione". Il cosiddetto Rei (reddito di inclusione) introdotto dal governo Renzi e confermato da Gentiloni. A ideare il Rei nella sua forma originaria era stata l'ex ministro Marianna Madia, citata da Luigi Saraceni come una delle promotrici di questa misura di sostegno al reddito, destinata anche a chi, come la figlia Federica, è stata condannata in via definitiva a 21 anni e 6 mesi di carcere per associazione con finalità di terrorismo e l'omicidio del giuslavorista D'Antona. La cosa curiosa è che l'ex ministro della Pubblica amministrazione, attualmente deputato del Pd, è tra coloro che hanno annunciato una interrogazione parlamentare sulla questione del reddito di cittadinanza agli ex brigatisti.

Una concessione resa possibile da alcune falle alla legge, le stesse che presentava la vecchia norma sul Rei. Che ora non esiste più, essendo stato inglobato dal nuovo sussidio ideato dal Movimento 5 Stelle. Fu proprio grazie al Rei che la brigatista Saraceni riuscì ad ottenere una forma di sostegno al reddito, dato che il vecchio assegno del Sia - Sostegno per l'inclusione attiva - era assegnato solo sulla base dell'Isee. Mentre con il Rei, oltre all'Isee - il cui limite fu portato a 6mila euro - si considerò anche il reddito disponibile. Così da consentire a Saraceni di cominciare a incassare l'assegno. Anche perché, a differenza del sussidio pentastellato che non è previsto per detenuti e coloro che sono stati condannati nei 10 anni precedenti alla richiesta, nel caso del Rei l'esclusione era prevista soltanto per motivi reddituali. Nessun accenno, dunque, a condanne penali. Dando modo così alla brigatista d ottenere e incassare un sostegno economico dallo Stato, sostegno che Di Maio ha promesso di toglierle presto.

Ma ora, forse, è troppo tardi.

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