Cronache

Se gli animali fanno selfie per prendere in giro gli umani

Nell'era dell'esibizionismo di massa l'autoscatto ci ritrae persino nella morte Così la foto rubata di una scimmia diventa il più intelligente degli sberleffi

Se gli animali fanno selfie per prendere in giro gli umani

Peccato che Darwin non ci sia più, perché sicuramente non gli sfuggirebbe l'ultimo passaggio per aggiornare la teoria dell'evoluzione. Col suo permesso, bisogna farlo comunque. Direi così: un bel giorno, l'uomo girò verso se stesso l'obiettivo. Fino ad allora guardava e immortalava paesaggi, persone, momenti. Dopo di allora, quell'universo perse di significato e lasciò il posto alla propria faccia, alle proprie espressioni, alle proprie emozioni. Anche alla propria deficienza. Prima l'oggetto dell'osservazione era il mondo. Poi al centro della scena ci fu spazio soltanto per un grande soggetto: Io. E fu l'era del selfie.

In questa nuova fase individualista ed egocentrica dell'umanità, se ne vedono inevitabilmente di tutti i colori. Di ora in ora, i canali di comunicazione sono invasi da nuovi capolavori. Solo restando alle ultimissime creazioni, da registrare la grande prova di Lavezzi, ex aletta veloce del Napoli, ora al Paris St. Germain, che ha toccato i picchi di audience mentre si autoscatta compiaciuto con la faccia tra le cosce della fidanzata, in procinto di, lei ovviamente ignuda, collaborativa, dal punto di vista del pudore non proprio una clarissa. Ragguardevole anche Lady Gaga che trova la voglia di riprendersi e diffondersi dall'ospedale con la maschera dell'ossigeno. La gente sta letteralmente perdendo la testa - e anche il senso del ridicolo, diciamolo - per questa febbre del selfie. Anche gli amici ormai mandano selfie in ogni momento, dalla Torre Eiffel e da Capo Nord, benché lo sfondo sia sempre così lontano e sfocato da poter essere benissimo un calendario nel salotto di casa. È difficile tenere dietro anche alle cronache che arrivano da tutti gli angoli del mondo. Ci sono tipi che non rinuncerebbero a riprendersi nemmeno un istante prima che il leone della savana si avventi su di loro per uno spuntino. Il tragico-grottesco, in particolare, è un settore in netta espansione: ragazzi che al Circeo volano nel burrone facendosi un selfie, poveracci e poveracce che si schiantano in macchina mentre si scattano, c'è persino una 17enne russa che per farsi l'autoritratto su un ponte ferroviario precipita da trenta metri, morendo sul colpo. Abbiamo anche i primi martiri della nuova fede, così la situazione.

In questa corsa parossistica dell'evoluzione darwiniana, non c'è dubbio che il punto più estremo (almeno fino a questo momento) sia però il selfie della macaca. Ma guardiamola, questa vanitosa signora che si riprende in primo piano, trafficando con molto interesse sull'apparecchiatura lasciata lì da un fotografo naturalista, il britannico David Slater. Questo selfie, che sostanzialmente chiude il cerchio dell'evoluzione umana, tornando trionfalmente alla scimmia, è diventato anche un controverso caso legale: quando Wikimedia Commons l'ha pubblicato in rete, il fotoreporter ne ha chiesto immediatamente la rimozione, rivendicando i diritti d'autore. Niente da fare, gli hanno risposto: la foto è un selfie della gentile macaca, eventualmente i diritti sarebbero suoi. Seguirà complessa battaglia giudiziaria, fino ai più alti livelli.

Non c'è da sorprendersi: presto o tardi, ogni fase evolutiva dell'essere umano porta inevitabilmente all'assurdo. In tutti i passaggi, in tutte le ere. In un modo o nell'altro, abbiamo la capacità di arrivare puntualmente alla nevrosi grottesca, trasformando l'evoluzione in farsetta. La guerra tra simili come massima espressione di questa degenerazione. Succede che ad un certo punto andiamo fuori controllo e perdiamo tutto: senso delle proporzioni, priorità della vita, in altre parole quel poco di felicità che ci sarebbe concessa.

La macaca che ci guarda da questa foto, adorabile, è la parodia magnifica e insuperabile delle nostre nuove manìe e della nostra estetica post-moderna. Anche se non avrà mai i diritti d'autore, la povera bestia ha il diritto di dirci che con questa febbre del selfie noi umani evoluti, di ultimissima generazione, non siamo poi tanto migliori e diversi.

Impossibile darle torto. C'è qualcuno che trova Lavezzi meno macaco di lei?

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