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"Se ho un figlio gay lo brucio". Giallo sulle parole del consigliere leghista

Dirissimo scontro con un gruppo di genitori di ragazzi omosessuali. Il Pd a Giovanni De Paoli: "Adesso si scusi". Ma lui: "Non ho mai detto quelle parole"

"Se ho un figlio gay lo brucio". Giallo sulle parole del consigliere leghista

"Se avessi un figlio omosessuale lo butterei in una caldaia e gli darei fuoco". Il consigliere regionale della Lega Nord Liguria Giovanni De Paoli avrebbe pronunciato queste parole contro un gruppo di genitori di ragazzi omosessuali a margine di una audizione presso la commissione regionale salute e sicurezza sociale. A riferirlo è stato il presidente genovese dell'associazione Agedo, Giovanni Vianello. "Mi si è gelato il sangue - ha detto all'Ansa Vianello - mi è venuta la pelle d'oca e ho pensato subito ai lager nazisti". Ma la ricostruzione è dubbia ed è stata smentita da più persone.

In questa storia il condizionale è d'obbligo. Perché De Paoli nega di aver detto quelle parole. "Sono tradizionalista, lo ammetto - spiega a Repubblica - non potrò mai ammettere quelle cose dei figli omosessuali. Dite che ho esagerato? Dico sempre la verità. È quello che pensa la gente. La famiglia è un papà e una mamma, un nonno e una nonna. Cosa farei se avessi un figlio omosessuale? Se fosse una malattia lo curerei, ma invece penso sia un vizio e non ci sarebbe nulla per guarirlo". Il Pd, però, ha subito serrato le fila. La senatrice Donatella Albano, componente della Commissione Antimafia, ha accusato De Paoli di rievocare "i forni crematori dei lager nazisti, lager in cui si stima siano state internate circa 50mila persone in quanto omosessuali, con tanto di divisa a righe con il triangolo rosa". Poi, ha aggiunto: "Mi aspetto innanzitutto le scuse da De Paoli e una netta presa di distanza da tali affermazioni dal presidente Giovanni Toti". Ma De Paoli non ci sta. "Io non chiedo scusa a nessuno, io non parlavo di loro, parlavo di cose mie, di cosa avrei fatto io, parlavo della mia posizione. E la commissione era finita". Quindi la stoccata finale: "Sono viziati, viziosi, e mi fanno solo pubblicità".

"Mi risulta che nessuno l'abbia mai pronunciata - commenta Toti - non è che la vera vittima di pregiudizi resta sempre il centrodestra?". Anche il presidente della commissione salute della Regione Liguria, Matteo Rosso, ha smentito che certe parole possano essere pronunciate in commissione. "Quanto è stato riferito non è sicuramente accaduto in commissione, non lo avrei assolutamente permesso - mette in chiaro l'esponente di Forza Italia - se avessi sentito quella frase in aula durante i lavori avrei bloccato subito tutto.

In quel momento rappresentiamo le istituzioni, le nostre convinzioni non possono interferire".

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